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Su Huffington post it Alessandro De Angelis scrive: «Mai si era visto un governo italiano mettersi all’opposizione della Commissione europea, neanche Beppe Grillo l'ha fatto. La premier poteva inaugurare una fase di protagonismo europeo, invece si è allineata alla logica dell’appartenenza. Anche se non è Salvini o Le Pen, da oggi sarà più debole a Bruxelles».
Anche a un attento analista politico come De Angelis sfugge l’essenza di quel che è avvenuto con il voto su Ursula von der Leyen. Quello che ha deciso l’atteggiamento di Giorgia Meloni non è stato tanto il fronte interno italiano o la concorrenza di Marine Le Pen-Viktor Orban-Matteo Salvini, quanto l’attuale difficoltà della leadership americana, il vero punto di forza di Roma in questi anni più recenti: il legame degli atlantisti con la Meloni si coglie, peraltro, anche dai solidi rapporti di Palazzo Chigi con il nuovo premier laburista Keir Starmer. Con l’amministrazione Biden in affanno, invece, gli “atlantisti” nella Cdu-Csu e...
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