«Il signor L. può migliorare», ma i giudici: «Rianimarlo prolunga una vita senza dignità»

Di Leone Grotti
09 Ottobre 2012
Secondo le perizie di medici indipendenti il signor L., musulmano di Manchester in stato di coscienza minima, può migliorare. Ma i giudici ordinano di non rianimarlo nel caso subisca un arresto cardiaco.

Secondo i giudici, «non è nell’interesse del signor L. essere rianimato dai medici, perché questo gesto potrebbe portare a una morte traumatica e senza dignità». A causa della sentenza pronunciata ieri dai magistrati di una corte inglese, di cui non si fa il nome per il rispetto della privacy, il signor L., musulmano di 55 anni che vive con la famiglia nell’area di Manchester, in stato di coscienza minima, non potrà essere rianimato nel caso subisca un arresto cardiaco.

DA NON RIANIMARE. La famiglia del signor L. aveva fatto causa al Pennine Acute Hospitals NHS Trust perché i medici, dopo che il paziente aveva subito gravi danni al cervello a causa di due arresti cardiaci, credendolo in stato vegetativo persistente, avevano ordinato un DNR (“do-not-resuscitate”): il paziente non deve essere rianimato per non «prolungare la sua morte e la sua vita senza dignità».

«IL SIGNOR L. STA MIGLIORANDO». Con l’aiuto di medici e perizie indipendenti la famiglia, dopo avere notato miglioramenti nello stato del signor L., in grado di riconoscere le persone e di ridere alle battute, ha chiesto però al tribunale che il paziente possa essere rianimato: «Ci sono prove che testimoniano che il paziente sta migliorando» ha detto il legale della famiglia, Helen Lewis. Secondo i medici, infatti, non è da escludere che il paziente possa riprendersi e addirittura riprendere a parlare. Senza contare che, come dichiarato dai figli, «nostro padre è un uomo pieno di vita e vuole vivere».

RICORSO IN APPELLO. I giudici però hanno dato ragione all’ospedale, sentenziando che «non è nell’interesse del signor L. essere rianimato» e che «non può migliorare in modo significativo». La famiglia probabilmente ricorrerà in appello per difendere il suo diritto alla vita.

@LeoneGrotti

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