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La notte degli Oscar 2025 verrà ricordata come il Festival di Sanremo di Carlo Conti: trent’anni a sventolare bandiera liberal e suonarle a Trump durante il suo primo mandato, anni di opposizione ponta e assoluta al trumpismo con Don’t Look Up, Fahrenheit 11/9, Civil War, Mrs. America fino all’apice The Boys, e ora? Ora “Perché Hollywood improvvisamente tace su Trump?”, titola The Hollywood Reporter. "E il perdente è... la politica: perché gli Oscar di quest'anno sono stati così titubanti?", titola il Guardian.
Ora Trump è tornato e neanche un allarme democratico, una polemicuccia, una frecciatina, un sermone contro il patriarcato, un Robert De Niro che chiama The Donald «razzista», una Jennifer Lawrence che sogna di trovarselo davanti e dire «Hey, Trump, fan****!» facendogli il dito medio, una Meryl Streep a dare del branco di miserabili suini trumpisti, razzisti, maschilisti, omofobi e sessisti ai maschi bianchi etero (che inquinano).
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