Paul, l’alieno di Greg Mottola

Di Simone Fortunato
09 Giugno 2011
Il regista Greg Mottola torna al cinema con Paul, un alieno scorrettissimo con la voce del cantante Elio. Risate assicurate

Commedia fantascientifica e ipercitazionista. Diretta da Gregg Mottola (Adventureland), è in realtà il prodotto della coppia Pegg/Frost, già attori e autori di Hot Fuzz e L’alba dei morti dementi, parodie intelligenti del cinema horror, e anche per Paul nelle vesti di attori e autori della sceneggiatura. Il film è un passatempo assai divertente soprattutto per chi, come i due protagonisti, è appassionato verace della fantascienza del grande e del piccolo schermo. Così non potranno sfuggire tanti riferimenti a E.T., Incontri ravvicinati del Terzo Tipo di Spielberg (che nella versione originale ha un cammeo seppur soltanto vocale), la serie di Star Trek (divertentissima la finta lotta col mostro e le chiacchierata in klingoniano).

 

 

E ancora Predator, Men in Black, Guerre stellari. In mezzo a tutto ciò l’alieno Paul è il vero mattatore. Scorretto, imprevedibile, pure lui cinefilo anche se un po’ disincantato appassionato di fantascienza, ha nella versione originale la voce e i modi del vulcanico Seth Rogen mentre nella versione italiana, come spesso purtroppo accade, la vivacità del carattere è stemperata dal doppiaggio in questo caso assai piatto di Elio, alle prese con un lavoro che non gli è proprio. Il pregio e il limite di Paul sta in tutto ciò: da un lato un gioco anche fine di ammaccamenti e di rimandi a un linguaggio e a un universo che solo i cinefili possono comprendere appieno; dall’altro, una povertà narrativa e uno schematismo ideologico irritante.

 

Se infatti l’architrave della narrazione poggia su una banale storia di guardie e ladri con un colpo di scena assai poco verosimile nel finale, lascia più perplessi la definizione dei personaggi e in particolar modo l’entrata in scena del personaggio di Ruth Buggs (Kristen Wiig), bigotta e derelitta, perseguitata da un padre/padrone cristiano integralista e convertita, dopo i miracoli di Paul – perché l’alieno proprio come E.T. sa anche fare i miracoli – alla fede nella scienza e nell’evoluzionismo. Troppo macchiettistici questi due personaggi con cui si vorrebbe prendere per i fondelli le comunità cristiane dell’America profonda, troppo stridenti e forse nemmeno necessari in un film che fa divertire di più gusto quando sfotte bonariamente che quando prende la strada del sarcasmo pesante.
 

[internal_gallery gid=24839]

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.