L’emozione è esplosa quando sono risuonate le sirene. All’improvviso si era tutti a New York presi dal panico di quelle strade improvvisamente derubate dell’eroe più impavido. Con “Hanno ucciso l’uomo ragno”, primissimo e travolgente successo dei suoi 883, Max Pezzali ha fatto letteralmente balzare in piedi tutto il Forum di Assago.
Ha presentato alcuni bei brani del suo Terraferma, compreso “Il mio secondo tempo”, con cui aveva calcato il palco dell’Ariston lo scorso febbraio. Ed è in effetti un secondo tempo, quello che il cantante sta vivendo. Lui stesso si dice cambiato, cresciuto. Tante cose sono successe nella sua vita personale e artistica. Eppure resta la sua capacità di raccontare in maniera incredibilmente lucida e sincera la realtà italiana.
In particolare, quella della provincia. Di quelle città «con due discoteche e centosei farmacie» che costuiscono il cuore della sua poetica. Il secondo tempo di Max non dimentica il primo. Anche perché certe cose sono sempre attuali. Come ha detto lui stesso durante il concerto, “Con un deca” non si poteva uscire la sera nel 1992. Poi è arrivato l’euro, l’inflazione e siamo sempre lì, signora mia: con dieci euro non si compra un bel niente. «Con un deca non si può andar via, non ti basta neanche in pizzeria».