Le poesie del giovane scrittore di Casarsa in friulano, una lingua che scaturiva «da antiche sorgenti romanze, di liturgie religiose piene di sentimento di carità»
Nell’autunno del 2022 ho avuto l’opportunità di andare in Friuli: sono stato a Casarsa della Delizia per incontrare un vecchio amico, il fotografo Elio Ciol, che aveva allestito una sua mostra. In quella occasione ho potuto visitare la casa della famiglia di Pier Paolo Pasolini, dove una retrospettiva ricca di documenti e di una collezione di fotografie rievocava (era il centenario) gli anni giovanili del poeta e scrittore friulano. È nato così per me l’interesse per la produzione poetica giovanile di Pasolini, in particolare quella nella lingua friulana che lui voleva far risorgere da un passato ormai dimenticato, anzi ancor più voleva fa nascere come lingua e non come un dialetto.
Pasolini era nato a Bologna nel 1922: la madre una Colussi, di Casarsa, il padre Carlo era ufficiale di carriera, per cui gli anni dell’infanzia sono caratterizzati da un continuo peregrinare da una città all’altra dove il padre era incaricato per il suo lavoro. Il pi...