Papa Francesco ha celebrato questa mattina nella Basilica Vaticana la Messa in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo, patroni della Chiesa della Capitale. Durante la cerimonia ha imposto il pallio («segno della comunione con il vescovo di Roma») a 35 nuovi metropoliti, tra i quali Salvatore Joseph Cordileone, l’arcivescovo di San Francisco che i lettori di Tempi conoscono bene.
UNITI NELLE DIFFERENZE. La presenza dei prelati provenienti da tutto il mondo, ha ribadito il Pontefice, è segno di comunione nella Chiesa. Comunione che però non significa uniformità. La varietà infatti è una grande ricchezza secondo Papa Francesco: «La varietà nella Chiesa – ha detto – si fonde sempre nell’armonia dell’unità, come un grande mosaico in cui tutte le tessere concorrono a formare l’unico grande disegno di Dio».
LA TENTAZIONE MONDANA. Parlando di san Pietro, poi, il Santo Padre ha messo in guardia i cristiani e i ministri della Chiesa dal pericolo di pensare secondo la logica mondana. Anche in Pietro, infatti, riemergono «la carne e il sangue» quando Gesù parla della sua morte e risurrezione: «Si mise a rimproverare il Signore: … questo non ti accadrà mai». E Cristo replica duramente: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo». «Quando lasciamo prevalere i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la logica del potere umano e non ci lasciamo istruire e guidare dalla fede, da Dio – ha commentato il Pontefice – diventiamo pietra d’inciampo».
L’ARMA DEL MARTIRIO. Papa Francesco ha ricordato anche le parole di san Paolo, «ho combattuto la buona battaglia», spiegando che la battaglia a cui si riferisce l’Apostolo delle genti non è quella delle armi umane che «purtroppo ancora insanguina il mondo», ma quella del martirio. Con l’unica arma del messaggio di Cristo e il dono della vita per Cristo e per gli altri. Proprio lasciandosi «consumare per il Vangelo», facendosi «tutto a tutti», ha detto il Santo Padre, Paolo ha edificato la Chiesa e l’ha resa credibile.