![Un Giubileo della speranza per «trovare la mano di Dio»](https://www.tempi.it/wp-content/uploads/2025/01/papa-francesco-giubileo-ansa-345x192.jpg)
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Papa Francesco, questa mattina nell’omelia alla Messa a Casa Santa Marta, ha detto che ciò che «Dio ha fatto con il suo popolo lo ha fatto e lo fa con ognuno di noi. Noi siamo stati scelti: perché io sono cristiano e non quello di là, lontano, che neppure mai ha sentito parlare di Gesù Cristo? È una grazia, una grazia d’amore». I cristiani, dunque, devono fare «memoria di questa realtà», così come san Paolo che confessò di essere un persecutore dei cristiani ma fu capace di ricominciare, di convertirsi, di cambiare. «Paolo – ha detto papa Bergoglio – fa memoria del suo cammino, e così incomincia a fare memoria dall’inizio».
MEMORIA E PREGHIERA. “Fare memoria” del nostro incontro col Signore non è «un’abitudine molto comune tra di noi. Dimentichiamo le cose, viviamo nel momento e poi dimentichiamo la storia. E ognuno di noi ha una storia: una storia di grazia, una storia di peccato, una storia di cammino… Fare memoria sulla propria vita è dare gloria a Dio. Fare memoria sui nostri peccati, dai quali il Signore ci ha salvati, è dare gloria a Dio». Paolo «faceva memoria» dei suoi peccati, ma ben sapeva anche che Cristo lo aveva salvato e redento.
«Non si può pregare ogni giorno come se noi non avessimo storia», ha ribadito Francesco. «E con questa storia nel cuore andiamo alla preghiera, come Maria. Ma tante volte siamo distolti, come Marta, dai lavori, dalla giornata, dal fare quelle cose che dobbiamo fare, e dimentichiamo questa storia». «Fare memoria della nostra scelta, quella che Dio ha fatto su di noi. Fare memoria del nostro cammino di alleanza. Questa alleanza è stata rispettata, o no? Eh no: siamo peccatori e facciamo memoria, e fare memoria della promessa che fa Dio e mai delude, che è la nostra speranza. Questa è la vera preghiera».
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Chissà perché, quando parla di queste faccende, nessuno si ingegna a travisare il papa pro domo sua.