Papa Francesco, la persecuzione dei cristiani in Giappone e l’importanza di «trasmettere la fede ai nostri figli»

Di Redazione
15 Gennaio 2014
All'Udienza generale il Pontefice ha ripreso la catechesi sui Sacramenti: «Nessuno di salva da solo», grazie Battesimo da Gesù a oggi la Chiesa è la «catena di trasmissione» della fede e della benedizione di Dio

Papa Francesco all’Udienza generale di questa mattina in piazza San Pietro ha proseguito il ciclo di catechesi sui Sacramenti iniziato mercoledì scorso, soffermandosi nuovamente sul Battesimo, un tema da lui sottolineato più volte anche in altre occasioni. «Un frutto molto importante di questo Sacramento», ha spiegato oggi il Pontefice, è che «esso ci fa diventare membri del Corpo di Cristo e del Popolo di Dio», come insegnano anche san Tommaso e il Concilio Vaticano II.

COME UN FIUME. «Come di generazione in generazione si trasmette la vita», ha detto il Santo Padre, così «di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo». Inviati di Gesù «i discepoli sono andati a battezzare; e da quel tempo a oggi c’è una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo. E ognuno di noi è un anello di quella catena: un passo avanti, sempre». Così, ha osservato papa Francesco, il popolo cristiano è «come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio». Ecco perché è importante «trasmettere la nostra fede ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli».

TUTTI DISCEPOLI E MISSIONARI. Il Battesimo rende i cristiani «discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo», ha proseguito il Pontefice, citando in merito la sua esortazione apostolica Evangelii gaudium: «”Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione… La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo” di tutti, di tutto il popolo di Dio, un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati». Grazie al Battesimo dunque «tutti nella Chiesa siamo discepoli, e lo siamo sempre, per tutta la vita; e tutti siamo missionari, ciascuno nel posto che il Signore gli ha assegnato», ha ribadito papa Francesco. «Tutti: il più piccolo è anche missionario; e quello che sembra più grande è discepolo. (…) Anche i Vescovi e il Papa devono essere discepoli, perché se non sono discepoli non fanno il bene, non possono essere missionari, non possono trasmettere la fede».

LA COMUNITÀ NON È SOLO UN CONTORNO. Per il Santo Padre in questa “catena di trasmissione” è anche il senso dell’essere “comunità” della Chiesa: «Nessuno si salva da solo», ha detto. «Siamo comunità di credenti, siamo Popolo di Dio e in questa comunità sperimentiamo la bellezza di condividere l’esperienza di un amore che ci precede tutti, ma che nello stesso tempo ci chiede di essere “canali” della grazia gli uni per gli altri, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati». Dunque, ha osservato papa Francesco, «la dimensione comunitaria non è solo una “cornice”, un “contorno”, ma è parte integrante della vita cristiana, della testimonianza e dell’evangelizzazione».

LA LEZIONE DEI MARTIRI GIAPPONESI. Infine, a esemplare testimonianza dell’importanza del Battesimo per la vita della Chiesa, il Pontefice ha raccontato «la storia della comunità cristiana in Giappone. Essa subì una dura persecuzione agli inizi del secolo XVII. Vi furono numerosi martiri, i membri del clero furono espulsi e migliaia di fedeli furono uccisi. Non è rimasto in Giappone nessun prete, tutti sono stati espulsi. Allora la comunità si ritirò nella clandestinità, conservando la fede e la preghiera nel nascondimento. E quando nasceva un bambino, il papà o la mamma lo battezzavano, perché tutti i fedeli possono battezzare in particolari circostanze. Quando, dopo circa due secoli e mezzo, 250 anni dopo, i missionari ritornarono in Giappone, migliaia di cristiani uscirono allo scoperto e la Chiesa poté rifiorire. Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo! Questo è grande: il Popolo di Dio trasmette la fede, battezza i suoi figli e va avanti. E avevano mantenuto, pur nel segreto, un forte spirito comunitario, perché il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del Popolo di Dio, membra della Chiesa. Possiamo tanto imparare da questa storia!».

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2 commenti

  1. domenico b.

    mah…. che lo trovi qui Riequilibrio?

    1. domenico b.

      Riequilibriooo?…. no, non c’è ancora…mah

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