Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro a Roma, ha proseguito la catechesi sulla famiglia a partire dal tema «maschio e femmina li creò». Oggi il Pontefice ha fatto partire la sua riflessione dal passo delle scritture in cui si dice che Dio «plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente».
L’uomo – ha fatto notare Bergoglio – è raffigurato come un essere libero, ma solo. «E Dio vede che questo “non è bene”: è come una mancanza di comunione, gli manca una comunione, una mancanza di pienezza. “Non è bene” – dice Dio – e aggiunge: “Voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”». Così, dopo aver creato gli animali, crea la donna e questa «corrisponde all’uomo» perché è «osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne» . «Finalmente c’è un rispecchiamento – ha fatto notare Francesco -, una reciprocità. La donna non è una “replica” dell’uomo; viene direttamente dal gesto creatore di Dio. L’immagine della “costola” non esprime affatto inferiorità o subordinazione, ma, al contrario, che uomo e donna sono della stessa sostanza e sono complementari, anche hanno questa reciprocità. E il fatto che Dio plasmi la donna mentre l’uomo dorme, sottolinea proprio che lei non è in alcun modo una creatura dell’uomo, ma di Dio».
DIGNITA’ DELLA DIFFERENZA. Riprendendo il commento del Genesi e del tradimento di Adamo ed Eva, papa Francesco ha spiegato che «il peccato genera diffidenza e divisione fra l’uomo e la donna. Il loro rapporto verrà insidiato da mille forme di prevaricazione e di assoggettamento, di seduzione ingannevole e di prepotenza umiliante, fino a quelle più drammatiche e violente. La storia ne porta le tracce. Pensiamo, ad esempio, agli eccessi negativi delle culture patriarcali. Pensiamo alle molteplici forme di maschilismo dove la donna era considerata di seconda classe. Pensiamo alla strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. Ma pensiamo anche alla recente epidemia di sfiducia, di scetticismo, e persino di ostilità che si diffonde nella nostra cultura – in particolare a partire da una comprensibile diffidenza delle donne – riguardo ad un’alleanza fra uomo e donna che sia capace, al tempo stesso, di affinare l’intimità della comunione e di custodire la dignità della differenza».
Papa Francesco si è soffermato soprattutto su questo ultimo punto del discorso: «Se non troviamo un soprassalto di simpatia per questa alleanza, capace di porre le nuove generazioni al riparo dalla sfiducia e dall’indifferenza, i figli verranno al mondo sempre più sradicati da essa fin dal grembo materno. La svalutazione sociale per l’alleanza stabile e generativa dell’uomo e della donna è certamente una perdita per tutti. Dobbiamo riportare in onore il matrimonio e la famiglia! E la Bibbia dice una cosa bella: l’uomo trova la donna, si incontrano… e l’uomo deve lasciare qualcosa per trovarla pienamente. E per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre per andare da lei. È bello! Questo significa incominciare una strada. L’uomo è tutto per la donna e la donna è tutta per l’uomo».
ALLEANZA UOMO DONNA. Il Papa ha così concluso: «La custodia di questa alleanza dell’uomo e della donna, anche se peccatori e feriti, confusi e umiliati, sfiduciati e incerti, è dunque per noi credenti una vocazione impegnativa e appassionante, nella condizione odierna. Lo stesso racconto della creazione e del peccato, nel suo finale, ce ne consegna un’icona bellissima: “Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelle e li vestì”. È un’immagine di tenerezza verso quella coppia peccatrice che ci lascia a bocca aperta: la tenerezza di Dio per l’uomo e per la donna. È un’immagine di custodia paterna della coppia umana. Dio stesso cura e protegge il suo capolavoro».
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