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«Mitrofanowka, quando vi arrivammo, era uno spavento. Erano circa le nove del giorno 18 dicembre ’42. La città bruciava in molti punti ed era sotto un attacco di caccia russi. I caccia erano una mezza dozzina e andavano e venivano a volo quasi radente mitragliando fitto, avevano grandi stelle rosse sulle fusoliere. Le strade tutt’attorno erano gremite di soldati in fuga. Quasi tutti questi soldati (non so se fossero della Ravenna, o della Cosseria, o mischiati) avevano una coperta in testa e marciavano incuranti dei mitragliamenti che aprivano fra loro sanguinosi solchi. Taluni avevano i piedi avvolti in coperte e si trascinavano, ce n’era che si sorreggevano tra di loro. Non finivano più di venire avanti, davano l’idea di una interminabile mandria» (Egisto Corradi, “La ritirata di Russia”, Mursia).
Era quasi di questi giorni la Ritirata, 80 anni fa, e nel...
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