Onu: via all’intervento militare in Libia e alla no-fly zone – Rassegna stampa/1

Di Redazione
18 Marzo 2011
Approvata la risoluzione 1973 con 10 voti a favore e 5 astenuti. Previsto l'uso di «ogni mezzo» per proteggere i civili contro le forze di Gheddafi. Il rais minaccia rappresaglie: «Ogni azione contro di noi esporrà a pericoli il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo». L'Italia mette a disposizione le sue basi

Ieri all’Onu è stata votata e approvata la risoluzione 1973 con 10 voti a favore e 5 astensioni che prevede l’uso della forza contro il regime di Muammar Gheddafi e inasprisce le sanzioni. E’ stato deciso l’intervento con «ogni mezzo» per proteggere i civili dall’attacco degli uomini del rais. Il voto ha aperto la strada all’intervento di una coalizione con francesi, inglesi, americani e la Lega araba rappresentata da Qatar ed Emirati Arabi. Gheddafi ha minacciato rappresaglie in tutto il Mediterraneo.

“A favore Usa, Gran Bretagna, Francia, Bosnia, Colombia, Gabon, Libano, Nigeria, Portogallo, Sud Africa. Astenute Cina, Russia, India, Germania e Brasile. Pechino e Mosca non hanno posto il veto ma hanno ottenuto che non vi sarà «una forza occupante» in Libia. Il testo Onu prevede la creazione della «no-fly zone» per impedire che Gheddafi usi l’aviazione e gli elicotteri. Un blocco che sarà imposto con caccia, aerei radar, droni schierati in una serie di basi e su portaerei” (Corriere, p. 2).

“Con un eccesso di protagonismo e poca prudenza, la Francia ha annunciato ben prima del voto che i raid sarebbero avvenuti già «entro la notte». […] Consapevole dei rischi, Gheddafi ha avvertito: «Ogni azione contro di noi esporrà a pericoli il traffico aereo e marittimo nel Mediterraneo. Qualsiasi obiettivo civile e militare sarà colpito». Un’allusione a rappresaglie convenzionalie  ai vecchi sistemi. Terrore, sabotaggi, patto con gruppi radicali pe vendicarsi. Lo ha fatto in passato, potrebbe ripetersi” (Corriere, p. 2). L’Italia è pronta a mettere a disposizione basi e aerei per contribuire all’attuazione della «no fly zone» autorizzata dall’Onu.

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