In Olanda esistono circa 7mila scuole elementari statali (il ciclo elementare è suddiviso in otto classi, dai quattro agli undici anni di età), amministrate dal comune o da una commissione direttiva nominata dal comune, e alle quali sono iscritti circa un terzo dei bambini. Le scuole statali non si basano su una corrente religiosa o filosofica particolare, ma sono aperte a bambini di tutte le religioni o correnti di pensiero, tuttavia alcune si basano su particolari concetti pedagogici. Esempi ne sono le scuole che seguono il metodo Montessori (molto popolare in Olanda; Maria Montessori ha passato parte della sua vita nel paese), Jena, Dalton e Freinet.
Circa due terzi dei bambini frequentano, invece, una scuola privata. Ci sono scuole private di tutti i tipi. La maggior parte delle scuole private sono confessionali (di orientamento cattolico o protestante). Ci sono poi scuole ebraiche, islamiche, induiste, umaniste e scuole libere (Steineriane). Altre scuole private non sono ispirate ad una particolare corrente di pensiero, e altre ancora si basano su una combinazione di una corrente di pensiero e un concetto pedagogico. Le scuole private sono rette da un’associazione – di cui i genitori possono diventare membri – o da una fondazione.
Un terzo gruppo è formato dalle scuole per bambini con particolari problemi (handicappati, o con problemi comportamentali o di apprendimento) che non possono inserirsi in una scuola “normale”. È in corso di attuazione nel paese una riforma per “personalizzare” il sussidio per questo tipo di istruzione: saranno realizzate commissioni speciali per giudicare se un bambino abbia diritto o meno ad un sussidio particolare.
Libertà di educazione (con lo stato si limita a controllare) In Olanda l’istruzione è libera. Lo stato pone tuttavia delle condizioni, stabilendo in leggi e regolamenti le norme e le condizioni cui una scuola si deve attenere per ricevere sussidio dallo stato. Un esempio è quello del numero minimo di alunni: se il numero di allievi in un certo anno scende al di sotto di questo minimo, la scuola ha tre anni di tempo per ripristinarlo, altrimenti è destinata alla fusione con un’altra scuola.
Lo stato stabilisce anche obiettivi didattici generali che una scuola deve offrire ai bambini. Esistono contenuti didattici comuni – come la lingua olandese e la matematica – e per ogni materia lo stato stabilisce cosa i bambini debbano imparare. Le lezioni devono essere impartite da insegnanti diplomati e l’ispettorato scolastico controlla se le scuole si attengano a queste norme. Le scuole hanno d’altra parte la libertà di porsi obiettivi didattici propri, in cui l’accento viene posto sulle idee che stanno alla base della scuola stessa. Il metodo di insegnamento è del pari libero. Così è libera la suddivisione dei bambini nelle classi, anche se nella maggior parte delle scuole questa avverrà in base all’età. Ci sono però scuole in cui bambini di diverse età sono raccolti in un gruppo, e altre che formano gruppi variabili e mettono insieme bambini con lo stesso livello di sviluppo o con le stesse capacità.
e parità economica In Olanda lo stato paga circa 5.600 fiorini all’anno per ogni alunno della scuola elementare. Un bambino in una scuola “speciale” costa invece circa 16.700 fiorini all’anno. Per questa cifra gli alunni ricevono anche tutto il materiale didattico, libri e quaderni compresi.
Le scuole possono chiedere ai genitori un contributo per finanziare particolari attività, ma si tratta di un contributo volontario. Non si puó quindi rifiutare un bambino se i genitori non possono o non vogliono pagare il contributo. Con questo contributo vengono finanziate attività secondarie come feste, lezioni di nuoto, escursioni, refezione e a volte un supplemento di personale o di attrezzature didattiche. In alcune scuole parte di questi soldi vengono utilizzati per un “premio” che viene corrisposto agli insegnanti che ottengono buoni risultati. Un problema attualmente scottante nel paese è l’alto numero di alunni (sopra i 30) per classe. Nel 1998 lo stato ha investito soldi per una riduzione delle classi. Le scuole possono adoperare questi soldi per ridurre effettivamente il numero di scolari per classe o per un miglioramento della qualità didattica, per esempio per mezzo di un secondo insegnante per classe o con l’acquisto di materiale informatico.
Istruzione superiore In Olanda non esiste quella che in Italia è la scuola media. Finite le elementari i ragazzi si iscrivono alla scuola superiore, la cui durata varia dai sei/cinque anni per la scuola assimilabile al nostro liceo a quattro per istituti di formazione professionale. L’obbligo dell’istruzione cessa in Olanda alla fine dell’anno scolastico in cui l’alunno ha compiuto 16 anni. Un ulteriore anno dura tuttavia l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale per uno o due giorni alla settimana.
In linea di massima vale per la scuola superiore quanto detto per il ciclo elementare, per quanto riguarda la divisione tra pubblico e privato.
La scuola è gratuita fino al compimento del 16esimo anno di età. I ragazzi che hanno raggiunto questa età pagano una “retta scolastica”, non alla scuola ma allo stato, la cui entità viene stabilita anno per anno (quest’anno per il figlio maggiore pago circa 1.800 fiorini). Anche per questa retta esiste la possibilità di un esonero se le condizioni finanziarie della famiglia non permettono di pagarla.
I libri vengono acquistati dai genitori, ma nella maggior parte delle scuole esiste la possibilità di noleggiarli o di acquistarli di seconda mano. Per famiglie con un reddito al di sotto di un certo minimo il comune puó concedere un sussidio per coprire le spese di studio. Anche nelle superiori, ogni scuola può chiedere un contributo per attività secondarie, per la manutenzione dell’edificio, per la realizzazione degli obiettivi didattici propri della scuola. L’entità dell’importo richiesto tuttavia non è necessariamente superiore per le scuole private (noi paghiamo 400 fiorini per il maggiore – scuola privata – e lo stesso per altri due figli iscritti ad un liceo statale).
Al via la riforma montessoriana Quest’anno nel paese è stata introdotta una riforma scolastica, su cui già infuria la polemica. Per facilitare ai ragazzi il passaggio dalla scuola superiore all’università o istituti superiori – dove ci si lamenterebbe del ruolo passivo degli studenti e della generale incapacità a prendere iniziative e a lavorare in modo autonomo – si vuole di fatto ridurre il ruolo dell’insegnante a una sorta di “consulente” e stimolare gli alunni a prepararsi il più possibile da soli,. Questo rinnovamento delle classi piú alte della scuola superiore si chiama quindi “Seconda Fase”. Gli alunni devono scegliere tra quattro diversi “profili”, due di orientamento umanistico e due piú scientifici. Questi profili comprendono alcune materie comuni e altre specifiche per il singolo profilo. Di grande importanza è la nuova veste data alla scuola, che in questa fase viene chiamata “casa di studio”. Le scuole devono trasformarsi in case di studio dove gli alunni lavorano il piú possibile in modo autonomo, con il docente che diventa organizzatore e regista dell’ apprendimento. Sarà evidente che questo nuovo approccio comporta moltissimi cambiamenti, a partire dall’edificio scolastico stesso che dovrà contenere meno classi e più “aule di apprendimento” dotate di computer, libri e video: ci sarà insomma meno spazio per lezioni e molte ore per studio personale.
La grande maggioranza degli alunni, dei genitori e degli insegnanti appare però scettica: in pratica si introduce il principio montessoriano obbligatoriamente per tutti; sembra inoltre che il peso dello studio sia enormemente aumentato con l’introduzione di piú materie di esame obbligatorie. Il prossimo 6 dicembre è previsto uno sciopero dei liceali per protestare contro questa riforma.