Obama: «La sera chiedo a Dio di rendermi uno strumento della sua volontà»

Di Elisabetta Longo
09 Giugno 2011
Ieri il presidente Usa ha parlato al National Prayer Breakfast, dove si incontrano i rappresentanti di tutte le fedi. Obama ha parlato del suo rapporto con la fede, anche se il 43% degli americani ignora quale sia: «Che la gente metta in discussione la mia fede non mi infastidisce»

Anche i leader politici trovano il tempo per pregare, seppure di rado. Persino l’uomo più impegnato del mondo, il presidente Usa Barack Obama, da cristiano battista qual è, è solito pregare anche se viene avvistato in chiesa molto di rado.

Ieri, durante il discorso del tradizionale National Prayer Breakfast, un incontro di preghiera che si tiene ogni anno a Washington e che fa convenire i rappresentanti di tutte le fedi, Obama ha parlato del suo rapporto con la fede: «Quando mi sveglio al mattino, mi metto al servizio di Dio, e gli chiedo di darmi la forza di compiere il bene del nostro paese e della sua gente. E quando vado a dormire la sera, mi metto al servizio di Dio, e gli chiedo di perdonare i miei peccati, di proteggere la mia famiglia e il popolo americano e di rendermi uno strumento della sua volontà».

Nella giornata di ieri, che coincideva con il giorno di massima crisi per l’Egitto, con il numero più alto di morti e feriti, ha anche dichiarato «Preghiamo affinchè la violenza in Egitto abbia fine, i diritti e le aspirazioni del popolo egiziano possano essere realizzati e un giorno migliore sorga sull’Egitto e sul mondo intero».

Nonostante le esplicite dichiarazioni di Barack Obama, un terzo dei suoi elettori è convinto che sia musulmano, mentre il 43% non sa quale Dio preghi. Ma, come dichiarato ieri dal presidente degli Stati Uniti, «il fatto che la mia fede sia messa in discussione di tanto in tanto non infastidisce né me né mia moglie Michelle».

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