Dal 2010 a oggi Kim Jong-un ha già “purgato” 421 funzionari del regime comunista della Corea del Nord. Il numero, che comprende anche parenti di Kim come lo zio Jang Song Thaek e il fratellastro Jong-nam, è quasi certamente più alto, ma il numero contenuto nel rapporto stilato dal North Korean Strategy Center (Nksc) riguarda solo i casi confermati da testimoni oculari: 14 membri dell’élite che hanno disertato il regime, sei funzionari nordcoreani in Cina e cinque altri disertori che hanno assistito alle esecuzioni pubbliche.
DATI IN PASTO NUDI A BESTIE FEROCI
La maggior parte dei 421 funzionari, infatti, è stata uccisa con metodi brutali. Nel rapporto, intitolato “Esecuzioni e purghe dell’élite nordcoreana: indagine su un genocidio sulla base delle testimonianze di alti funzionari”, si elencano i metodi più comuni utilizzati dal regime: impiccagione, prigionieri dati in pasto nudi ad animali feroci, utilizzo di armi destinate alla contraerea o lanciafiamme.
Moon, ex studente al Pyongyang Commercial College, racconta di avere assistito all’esecuzione pubblica di 12 persone, massacrate da quattro soldati che sparavano insieme con altrettanti cannoni della contraerea. Le quattro armi venivano indirizzate contemporaneamente su ciascun condannato a morte e poi passavano a quello successivo. Dopo la strage, le parti del corpo che non erano state polverizzate venivano schiacciate con dei blindati. Moon ha dichiarato di non essere riuscito a dormire e mangiare per molti giorni dopo avere assistito all’esecuzione pubblica.
«INSTILLARE IL TERRORE»
Secondo Jared Genser, attivista che si batte per la protezione dei diritti umani in Corea del Nord, «l’obiettivo del regime è di instillare il terrore del Leader Supremo nel popolo, spaventando la gente e mostrando che qualunque cosa dicano o facciano di sbagliato potrebbe portarli a essere torturati, uccisi senza processo o detenuti in modo arbitrario».
IL VERTICE DI HANOI
Il rapporto è stato presentato venerdì a Washington e ha come obiettivo quello di mettere in guardia Donald Trump dal trattare con Kim. I due leader, infatti, dopo lo storico vertice di Singapore del giugno 2018, si incontreranno di nuovo mercoledì e giovedì ad Hanoi, in Vietnam. È quasi certo che il problema dei diritti umani non verrà affrontato e questo per il Nksc è inaccettabile: «Trump deve sapere con chi ha a che fare. Se leggesse questo rapporto lo capirebbe. Perché un leader autoritario dovrebbe rinunciare alle sue armi di distruzioni di massa vedendo che cosa è accaduto a Saddam Hussein e a Muammar Gheddafi appena l’hanno fatto?».
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