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Non solo Terra Santa: si gioca l’equilibrio del mondo. E l’Europa sta a guardare

Di Lorenzo Malagola
06 Novembre 2023
Ucraina, Nagorno-Karabakh, Israele non sono conflitti scollegati: c’è una traiettoria comune nel disordine del post-unilateralismo americano. Bruxelles deve ritrovare il suo ruolo
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea a Bruxelles, illuminato con i colori di Israele l’8 ottobre scorso, all’indomani dell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea a Bruxelles, illuminato con i colori di Israele l’8 ottobre scorso, all’indomani dell’attacco di Hamas contro lo Stato ebraico (foto Ansa)

Il Mediterraneo è sempre stato il luogo nel quale si sono definiti, nel bene e nel male, i destini dell’umanità. È stato culla delle grandi civiltà e campo di battaglia tra popoli, religioni e culture. Il suo carico di storia trascende la geografia e la politica e invade lo spazio delle idee. L’Italia, con comprensibile orgoglio, si è sempre definita al suo centro ma credo che la sua origine sia da cercare altrove, più esattamente in Terra Santa. La Pira parlava del Mediterraneo come della prosecuzione del lago di Tiberiade e ancora oggi, in un’epoca globalizzata e multipolare, la capitale del mondo rimane Gerusalemme.

È per questo che quella del 7 ottobre 2023 sarà una data che ricorderemo a lungo e che segnerà il futuro non solo della Palestina e dello Stato di Israele o dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo ma dell’Occidente intero. Già in passato si era rotto quel fragile equilibrio che ha permesso periodi di pace più o meno l...

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