
Non “se” ma “quando” leggeremo le intercettazioni di Fontana

Mentre i quotidiani italiani e gli utenti twitter si baloccano sulla vicenda dell’esame al pistolero Luis Suarez, accade che la Guardia di Finanza si presenti alle 7 di mattina a casa del governatore lombardo Attilio Fontana per copiare le conversazioni presenti sul suo cellulare. L’anomalia sta nel fatto che il presidente non è nemmeno indagato, eppure sia il suo telefono sia quello del capo segreteria
Giulia Martinelli sono stati presi dalle forze dell’ordine per trascrivere tutte le conversazioni presenti sugli apparecchi. Il legale di Fontana ha giustamente definito «grave» l’accaduto. «È grave – ha detto l’avvocato Iacopo Pensa – che la perquisizione sia avvenuta con modalità non pertinenti alle finalità dell’operazione, con un decreto non circostanziato ma applicabile a chiunque e con evidenti criticità di carattere costituzionale, vista la ovvia presenza di conversazioni di carattere istituzionale nel cellulare del presidente Fontana».
Legami politici
È in corso un’inchiesta su un accordo tra il Policlinico San Matteo di Pavia e la Diasorin, multinazionale piemontese, per alcuni test sierologici anti-Covid. Gli inquirenti ipotizzano il reato di «turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e peculato». Va sottolineato che, dopo l’assegnazione dell’appalto, questo era stato sospeso dal Tar dopo il ricorso della Technogenetics (concorrente della Diasorin) e poi ripristinato dopo una sentenza del Consiglio di Stato in favore di Diasorin e San Matteo. Cosa c’entra Fontana? Come spiegava ieri Libero «la procura di Pavia aveva aperto un’inchiesta e le perquisizioni di ieri mattina (mercoledì, ndr) sarebbero state ordinate per far luce sui “legami politici” che potrebbero aver influito sulla scelta della casa farmaceutica piemontese come partner del San Matteo in questa operazione».
Lombardia contendibile
“Legami politici”? Ora, siccome nessuno di noi è fesso e poiché tutti sappiamo bene come vanno le cose in Italia, siamo proprio curiosi di sapere non “se”, ma “quando” le conversazioni di Fontana finiranno sui giornali. Conversazioni che, ci immaginiamo, riguardino la sua attività politica, le sue confidenze private e familiari, parole più o meno dette in libertà e tutto quanto si trova sul cellulare di ogni italiano. Dialoghi, sms, messaggi whatsapp che poi, come è successo spesso, verranno usati per sputtanare il governatore o, magari, per “aprire altre inchieste”. Tutto questo, more solito, decontestualizzandoli o semplicemente riportandoli con interpretazioni maliziose e ideologicamente orientate.
Scommettiamo che finirà così e vinceremo facile. La Lombardia, e il suo presidente in particolare, sono “sotto attacco” da mesi. Le polemiche nel periodo Covid, l’inchiesta sui camici, una certa immagine enfatizzata di Zaia e del Veneto in contrapposizione a quella di Fontana e la Lombardia: tutti tasselli di un puzzle che si va componendo e che si prepara a rendere “contendibile” il fortino del centrodestra.
Aggiornamento. In relazione all’inchiesta camici e mascherine, la Gdf di Milano ha acquisto i contenuti dei cellulari della moglie di Fontana, Roberta Dini, degli assessori lombardi Davide Caparini e Raffaele Cattaneo e di Giulia Martinelli. Nessuno è indagato.
Foto Ansa
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