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Non c’è nessuna legge bavaglio. Purtroppo

Di Emanuele Boffi
12 Dicembre 2024
Il Fatto farà «obiezione di coscienza» contro il decreto che pone un argine allo sputtanamento mediatico, vietando la pubblicazione delle intercettazioni. Però c'è un problema: non sono previste sanzioni per chi aggira il divieto
Manifestazione dalla Fnsi contro la cosiddetta legge bavaglio, Genova, 29 gennaio 2024 (foto Ansa)
Manifestazione dalla Fnsi contro la cosiddetta legge bavaglio, Genova, 29 gennaio 2024 (foto Ansa)

«Il bavaglio è legge e noi faremo obiezione di coscienza». Ma quanto piace ai giornalisti del Fatto pavoneggiarsi a vittime? Ieri sul giornale di Travaglio erano tutti lancia in resta contro la cosiddetta "legge bavaglio", il decreto legislativo - approvato in via definitiva - che prevede il divieto di pubblicazione delle ordinanze fino alla conclusione delle indagini preliminari o al termine dell’udienza preliminare.

Una norma sacrosanta che cerca di arginare il malcostume giornalistico di rendere noti spezzoni di inchieste o intercettazioni per mettere alla gogna questo o quel personaggio che si ha in antipatia. Le cronache di questi anni sono ricche di casi e non staremo a ricordarli tutti, basterà dire che è ormai trent'anni che nel nostro paese si parla di "circo mediatico-giudiziario" per definire un modo di fare politica e cronaca che ha come unico scopo quello di abbattere l'avversario.

Fine del giochetto

Il cosiddetto "decreto anti gogna" cerca di arginare questo ma...

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