No-Tav, Passamani arrestato. E l’Italcoge va a fuoco
I No Tav non cedono nella denuncia del “collaborazionismo” delle imprese locali che, a vario titolo, lavorano o hanno lavorato al cantiere della Torino-Lione. Tra queste, uno degli obiettivi principali è la segusina Italcoge. Proprio una cava-deposito dell’Italcoge, ieri notte, è stata oggetto di un attentato. Ignoti, che i Carabinieri di Susa stanno cercando di individuare, hanno dato alle fiamme uffici e mezzi, provocando gravi danni. È il secondo attentato in due anni all’impresa.
Va ricordato che, nel luglio, gli attivisti anti-treno, con tanto di comizio del leader Alberto Perino, avevano presidiato l’ingresso per ore degli uffici di Susa dell’azienda, impedendo a proprietari e dipendenti di tornarsene a casa. Questa mattina, inoltre, una trentina di attivisti del movimento No Tav – riferiscono fonti delle forze dell’ordine – ha bloccato per circa mezz’ora minuti l’ingresso dell’Equitalia a Susa. Nel corso della manifestazione sono stati srotolati due striscioni con i testi “Equitalia e Tav = Denaro e devastazione” e “Equitalia assassina”. I manifestanti hanno lasciato spontaneamente il posto dopo l’arrivo della Digos della Questura di Torino e dei Carabinieri. Non vi sono stati incidenti. Il chiaro intento di intercettare il malcontento popolare rispetto all’agenzia di riscossioni.
Un clima tutt’altro che sereno in Valle. E certo non rassicura la notizia che Massimo Passamani, arrestato ieri a Trento, fosse una presenza costante alle manifestazione trenocrociate, anche dopo la notifica del foglio di via.
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