Nepal, morti quattro italiani. Cresce il numero delle vittime e dei feriti
Le altre due vittime sono gli speleologi Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, che si trovavano a Langtang, uno dei villaggi distrutti dal sisma. Piazza e Mancinelli erano con Giuseppe Antonini e Giovanni Pizzorni, che invece si sono salvati.
SI SCAVA CON LE MANI. Intanto arrivano nuove notizie per quanto riguardo il computo delle vittime, salito a 4.138. I feriti sarebbero quasi 6.800.
Si scava anche con le mani tra le macerie della capitale Kathmandu per trovare altri corpi, nella speranza di soccorrere qualche sopravvissuto. Le città e i paesi colpiti dal sisma sono descritti come spettrali, la popolazione è allo stremo senza elettricità, cibo e acqua. Migliaia gli sfollati, alcuni costretti a rifugiarsi nei parchi e nei giardini pubblici.
LE VITTIME SULL’EVEREST. Sull’Everest, finora, si sono contate 22 vittime e 60 feriti. Sono un centinaio gli scalatori messi in salvo dai soccorritori. Ma è praticamente impossibile capire al momento quante persone ci siano ancora sulla montagna. Alcuni potrebbero essere rimasti intrappolati nei crepacci. Alcuni italiani sono riusciti a salvarsi raggiungendo un campo a 5.000 metri d’altezza raccontando di «aver visto la morte in faccia».
PAPA FRANCESCO. Mentre il mondo si mobilita per dare sostegno al Nepal (la Cei ha stanziato 3 milioni), papa Francesco ha inviato un telegramma a monsignor Paul Simick, vescovo del Vicariato apostolico del Nepal, in cui esprime «profonda tristezza» per quanto avvenuto. Il Pontefice «assicura ai familiari delle vittime la sua vicinanza nella preghiera» e «affida le anime degli scomparsi all’amore misericordioso dell’Onnipotente e rivolge incoraggiamenti alle autorità civili e alle forze di emergenza mentre continuano i loro sforzi nel soccorso e l’assistenza a quanti sono stati colpiti da questa tragedia».
Foto Ansa
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