Nei locali pubblici, slot machine legali. Però è vietato giocare a “pari o dispari”
In questi giorni, si discute dei problemi sociali generati dalla liberalizzazione delle macchinette mangiasoldi negli anni 2000. Un modo alienante per giocare d’azzardo, che sta causando numerosi danni a famiglie e persone. Il governo ha anche ipotizzato di ri-vietarle. A fronte di questa riforma, però, continua a mantenere una rigida, e ridicola, regolamentazione su altri giochi innocui, o assurdi, antichi, inesistenti e di cui non conosce il nome.
Secoli di bandi e di grida, a noi pervenuti sotto la forma di un sillabo repubblicano, che da un regio decreto del ventennio fascista è “aggiornato” da tutti i comuni d’Italia e obbligatoriamente affisso in tutti i locali pubblici della penisola. Un compendio vintage, di giochi dimenticati e misteriosi. Ecco un breve elenco di alcune singolari proibizioni.
VIETATO PIRLARE. Nei bar, nei pub, in qualsiasi locale pubblico, la trottola-pirla è assolutamente bandita.
ALBERO IMPERIALE. Gioco proibito nel 1817, nel 1840, nel 1930 e tutt’oggi. Secondo un documento milanese del 1738 (dove si pregava il re di non vietarne l’uso), l'”arbore imperiale” sarebbe una definizione solenne di pirla.
TESTA O CROCE. Uno degli illeciti passatempi più diffusi nei pubblici locali, magari per decidere a chi tocca pagare il conto.
SCALA QUARANTA. Come briscola e altri giochi di carte, conduce a illeciti diffusissimi fra gli anziani di ogni risma, e fra gli studenti, che vi giocano spesso nei bar, nelle scuole, nelle università e non soltanto nei circoli appropriati.
LE PISTOLETTATE. Nei locali pubblici è vietato giocare a sparare. Proibiti: tiro con le freccette, tiro al piattello, bersaglio mobile. Non è nemmeno possibile giocare a “pistola ad aria compressa con disco girevole” (qualcuno ci ha provato).
CAROSELLO CARRA’ (CON DUE MONETE). Difficile capire di cosa si tratti. Immagini come giostre, quadrighe, cavalieri medievali, polizia, fumogeni, tv in bianco e nero. Se non fosse per quell’utile specificazione (“con due monete”) chi penserebbe a un gioco d’azzardo? Comunque è vietato.
POLO BICICLETTA. Senz’altro azzardato giocarci nei bar o nei ristoranti. E anche se potrebbe essere più semplice giocare a tennis, fra un tavolo e l’altro, gli sportivi dovrebbero sapere che è vietato anche quello.
IL GIOCO DELLE TRE PIPE. Variante borghese del gioco dei tre portafogli, che è a sua volta la variante capitalista del gioco delle tre carte. Un tempo chiamato “gioco delle tre foglie”. Restano quelli delle tre noci e dei tre campanelli. Tutti rigorosamente banditi dai locali pubblici.
LA PASSATELLA. Proibito dal Papato già nel 1592 (illecito tutt’oggi), consiste nel passare una damigiana di vino al compagno di bevuta prescelto. Il bevitore che rimane per ultimo resta a bocca asciutta.
LA MORRA MUTA. Spettacolare. Dopo la messa al bando della morra, qualche zelante appassionato si è deciso a giocarci “sottovoce”. Ma è stato bandito lo stesso.
LAURS QUENCET E KONG KENG. CHI SONO? Nel sillabo degli illeciti passatempi, ci finiscono anche loro, durante il fascismo. Fantomatici personaggi più che giochi d’azzardo. Evocano le atmosfere di un film di Jean Claude Van Damme: Indocina francese, nebbia, fumose oppierie, magari anche gare clandestine di morra muta.
Non saranno mica Lansquenet e Conchè, due giochi di carte?
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