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Navalny è diventato un martire della resistenza al regime. Grazie a Putin

Di Stefano Caprio
21 Febbraio 2024
L’oppositore politico assassinato il 16 febbraio ha guidato dal 2011 al 2024 la protesta di popolo contro il sistema corrotto e oligarchico che si è consolidato attorno a Putin. Con la sua morte si conclude il trentennio post-sovietico
Manifestazione a Roma in memoria di Aleksej Navalny, ucciso in Russia
Manifestazione a Roma in memoria di Aleksej Navalny, oppositore di Vladimir Putin, ucciso in Russia (Ansa)

La morte di Aleksej Navalny segna uno spartiacque nella storia recente della Russia, nonostante non sia certo la prima e purtroppo neanche l’ultima vittima del regime totalitario putiniano. Si conclude definitivamente il trentennio post-sovietico, che ha visto un confronto tra forze politiche, ideologie e personalità diverse, in modalità tempestose e contraddittorie negli anni Novanta, e in forme sempre più fortemente riduttive e repressive a partire dal 2000, anno della prima presidenza Putin. Navalny ha guidato dal 2011 al 2024 la protesta di popolo contro il sistema corrotto e oligarchico che si è consolidato attorno allo stesso Vladimir Putin, considerato dal suo avversario ora deceduto il “padrino supremo” della mafia al potere.
Vittima sacrificale sull’altare putiniano
Le proteste interne e internazionali di questi giorni si concentrano sulle circostanze che hanno provocato la morte improvvisa del dissidente nel lager di Kharp, nella regione Jamalo-Nenetskaja, all’estremo nord ...

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