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La morte di Aleksej Navalny segna uno spartiacque nella storia recente della Russia, nonostante non sia certo la prima e purtroppo neanche l’ultima vittima del regime totalitario putiniano. Si conclude definitivamente il trentennio post-sovietico, che ha visto un confronto tra forze politiche, ideologie e personalità diverse, in modalità tempestose e contraddittorie negli anni Novanta, e in forme sempre più fortemente riduttive e repressive a partire dal 2000, anno della prima presidenza Putin. Navalny ha guidato dal 2011 al 2024 la protesta di popolo contro il sistema corrotto e oligarchico che si è consolidato attorno allo stesso Vladimir Putin, considerato dal suo avversario ora deceduto il “padrino supremo” della mafia al potere.
Vittima sacrificale sull’altare putiniano
Le proteste interne e internazionali di questi giorni si concentrano sulle circostanze che hanno provocato la morte improvvisa del dissidente nel lager di Kharp, nella regione Jamalo-Nenetskaja, all’estremo nord ...
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