
Napoli, i riformisti del Pd a scuola da De Magistris. Cornuti e mazziati?
D’amore o di convenienza che sia, il matrimonio tra Umberto Ranieri e Luigi de Magistris è ormai cosa fatta. Napoli si avvicina dunque al ballottaggio per la poltrona di sindaco con il sodalizio imprevisto e a dir poco notevole tra l’ex magistrato candidato con l’Idv di Antonio Di Pietro e il componente della direzione nazionale del Pd a suo tempo sconfitto dal bassoliniano Andrea Cozzolino nelle primarie annullate per brogli. L’endorsement di Ranieri all’ex pm è significativo per due motivi.
Il primo è che un anno fa lo stesso Ranieri querelò l’ex pm per i giudizi espressi sulla stagione in cui fu dirigente del Pci a Napoli. Il secondo è che Ranieri non è appena un “pezzo grosso” del Partito Democratico, ma anche un autorevole esponente di quell’area riformista della sinistra cresciuta alla scuola di Giorgio Napolitano. Analizzando il fenomeno de Magistris, Ranieri ha detto sabato al Corriere della Sera che «i riformisti possono e debbono sostenerlo».
«De Magistris e io – ha detto ancora Ranieri – abbiamo storie politiche e personali molto diverse, ma non posso nascondermi che tra il 15 e 16 maggio a Napoli è accaduto un fatto enorme. In 35 mila hanno votato soltanto lui, senza indicare alcun partito. Ora occorre un passo ulteriore. De Magistris deve rivolgersi a tutti i settori della società napoletana». L’appoggio all’ex pm, sui cui Ranieri assicura di non essersi consultato col capo dello Stato, è «un passo obbligato. Anche in vista della rifondazione che attende il Pd napoletano dopo una stagione difficile».
Un passaggio che non va giù a un altro storico riformista alla Napolitano come Emanuele Macaluso, da poco ritornato alla testa del Riformista. Secondo Macaluso turarsi il naso e votare de Magistris al ballottaggio, va bene, ma vedere nell’esperienza napoletana il futuro del riformismo dentro il Partito Democratico è davvero un po’ troppo. Come dire: cornuti sì, mazziati no. Medesima linea, ma toni ben più graffianti per un altro napoletano doc ed ex direttore del Riformista come Antonio Polito. Domenica dalle colonne del Corriere ha messo in fila un bell’elenco degli intellettuali convertiti “alla corte di Masaniello”.
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