Pietro Vannucci, alias Perugino, conosciuto dal grande pubblico per quello Sposalizio della Vergine, dove la prospettiva fa da padrona sullo sfondo della città rinascimentale dove si svolge il santo matrimonio tra la Madonna e San Giuseppe, godette della formazione di due grandi scuole: quella indiretta di Piero della Francesca, assorbita attraverso le sue opere sparse fra Umbria, Marche e Toscana, e quella del Verrocchio, di cui Pietro fu probabilmente allievo a Firenze. Ma la sua presenza è attestata anche Lucca, Bologna, Venezia, Cremona, Ferrara, Milano e Senigallia, dove è conservata la famosa Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista, Ludovico, Francesco, Pietro, Paolo e Giacomo Maggiore. Ed è proprio in questa deliziosa cittadina in provincia di Ancona che l’artista è celebrato con la mostra La Grazia e la Luce. La pala di Senigallia del Perugino. Armonie e discordanze nella pittura marchigiana di fine Quattrocento.
Aperta fino al prossimo 2 novembre presso il Palazzo del Duca, la retrospettiva ruota attorno alla tela qui di casa, che è stata da poco restaurata da un gruppo di imprenditori marchigiani. La tavola fu eseguita nell’ultimo decennio del Quattrocento, ed è accostata ad una serie di opere coeve di artisti come Luca Signorelli, Timoteo Viti, Lorenzo d’Alessandro, Pietro Paolo Agabiti, Carlo, Vittore Crivelli e Giovanni Santi, padre di Raffaello e autore dell’Annunciazione della locale Chiesa di Santa Maria Maddalena. Una parte della mostra è ospitata presso la Pinacoteca Diocesana, dove è sviluppato il tema mariano, ed è presente la Madonna del Rosario di Federico Barocci, eseguita per la Confraternita dell’Assunta e del Rosario.
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