<<Sono figlio di un commerciante di sementi, al quale avrei dovuto succedere nella gestione del negozio>> diceva Henri Matisse, il grande interprete fauves per il quale Roma è impazzita, da quando le Scuderie del Quirinale hanno riunito una serie di opere del maestro all’interno della retrospettiva Matisse Arabesque, appena inaugurata. Come Van Gogh con i suoi sermoni, Frida Kahlo con i suoi sogni di medicina, e molti altri, Henri Matisse non avrebbe dovuto essere il Matisse che tutti conosciamo. Prima di cominciare a dipingere aveva, infatti, intrapreso la carriera di avvocato. Per sua fortuna, e per quella dei suoi fan, la sua salute cambiò il corso della sua vita. E ancora oggi, a più di cent’anni dalla sua nascita, possiamo apprezzare l’esito di quella appendicite che lo costrinse a letto per un anno: graziosi I pesci rossi (1911 ca.), intimo e orientaleggiante l’Interno con fonografo (1934), sfuggente e sensuale il Nudo in poltrona, pianta verde (1937). Tutte opere presenti nella retrospettiva romana,che resterà aperta fino al 21 giugno 2015, che racconta quanto l’Oriente abbia influenzato lo stile dell’artista.
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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Emanuele Boffi