A Moratti prudono le mani e finirà col licenziare Gasperini. Succede sempre così, in Italia

Di Fred Perri
15 Settembre 2011
Dopo le sconfitte è partito il processo all'allenatore dell'Inter. Quando perdi sei un poveraccio, dappertutto, ma nel nostro paese di più. Purtroppo per Gasperson avevo capito come andava a finire già quando è arrivato, come (almeno) quarta scelta

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Odio avere ragione. È partito il processo a Gian Piero Gasperini, in arte Gasperson, che stimo molto e a cui sono affezionato. Non ho visto Palermo-Inter (c’era una fiction che mi interessava di più, lo confesso), ma mi sono sintetizzato subito dopo. Bordate di critiche e banalità avvolgevano l’allenatore dell’Inter. Quando perdi sei un poveraccio, dappertutto, ma in Italia di più. Purtroppo per Gasperson avevo capito come andava a finire già quando è arrivato, come (almeno) quarta scelta. A leggere, poi, le dichiarazioni estive di Moratti si comprende chiaramente che gli prudono le mani e vuole licenziare anche Gasperini, come ha fatto con Benitez. Ecco, quello che mi stupisce è che si tratta della stessa situazione di un anno fa. L’allenatore in carica sparisce improvvisamente (Mourinho prima, Leonardo poi), la società non sa che pesci pigliare e deve ravanare fino a quando non trova un tecnico disponibile ma che non è certo quello pensato, quello voluto.

Però non è solo l’Inter a trovarsi in questa situazione nel campionato italiano. Già due panchine sono saltate prima ancora di cominciare, e altri, come Gasperson, hanno iniziato tra i dubbi. Insomma, i presidenti navigano a vista, improvvisano, arrancano, cambiano idea un giorno sì e l’altro pure, giocano con le figurine e con i tecnici. Comunque è un vizio nazionale: l’approssimazione, anche in politica ed economia, regna sovrana.

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