Monti riesce a rimproverare Fazio, intervistatore “comodo”

Di Carlo Candiani
09 Gennaio 2012
A Che tempo che fa il premier Mario Monti parla per mezz'ora con facilità e lentezza di tutto e di più. L'unica domanda impegnativa che gli pone Fazio viene bollata dal presidente del Consiglio come una «caduta di stile»

Domenica 8 gennaio 2012 è stata una serata strana nell’informazione politica televisiva ma esemplificativa dell’aria che tira. Ore 19: il Tg4 di Emilio Fede, dopo un pistolotto del direttore in stile “si stava meglio quando si stava peggio”, manda in onda un servizio sui saldi nelle grandi città. A sorpresa, però, invece di far intervenire clienti in fila davanti ai negozi, come accadeva nell’era berlusconiana,  incrocia solo donne e uomini in difficoltà economica, rassegnati alla crisi incombente. In sintesi: mannaggia a Monti!

Quasi in contemporanea il Tg3 riesuma le immagini del governo Berlusconi per dimostrare come non si combatte l’evasione fiscale, santificando il blitz a Cortina e inneggiando alla nuova stagione di Equitalia.

Ma il clou della serata sull’attualità politica arriva alle 20.45: nel salotto “fazioso” di Che tempo che fa si materializza sulla poltroncina davanti alla postazione del buon Fabietto il presidente del Consiglio Mario Monti. Il conduttore del talk lo fa intervenire a mo’ di sandwich, dopo la demolizione live di una canzone di Fossati da parte della Pausini e prima dell’analitica descrizione dell’effetto di una “supposta effervescente” fatta dall’incontenibile Littizzetto. Ignaro dell’ambiente in cui è stato catapultato, il professore più famoso d’Italia ha enunciato con l’ormai proverbiale “stile sobrio” i temi che dovranno essere affrontati nei prossimi mesi dall’esecutivo che coordina.

Li ha sciorinati con facilità, avendo davanti un intervistatore come Fazio, che non ha neanche potuto guardare in volto tanto era riverso in ginocchio, faccia a terra, davanti al totem dell’attuale potere politico. E Monti, davanti a cotanto conduttore, è anche riuscito a rimbrottarlo («Che caduta di stile!»), quando gli ha inopinatamente rivolto una domanda scomoda: «È vero che aumenterete l’Iva?», ottenendo come risposta un giro di parole ampio come una circonvallazione, una risposta che ha lasciato inevasa la domanda, accompagnata dall’immancabile battuta di «british humor».

Resta ancora da capire come un conduttore “leggero” come Fazio, a suo agio tra i protagonisti del mondo dello spettacolo ma pieno di pregiudizi conformistici e gran divulgatore di luoghi comuni applicati alla politica, abbia potuto “con facilità” e senza polemiche (le stesse che ha subìto Vespa, quando ha invitato il premier Monti a Porta a porta), ospitare l’illustre personaggio per un’intervista esclusiva, così come gli accadde con Marchionne, bagnando il naso a schiere di giornalisti professionisti che lo inseguivano per un colloquio, invano. Uno spot contro l’Ordine dei giornalisti o più semplicemente, come scrive Vittorio Feltri sul Giornale, iniziativa di “uno che sa stare al mondo”?

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.