Montezemolo coi cattolici di Todi per il Monti bis. Giannino: “No al Monte-Bona”

Di Redazione
26 Ottobre 2012
Manovre al centro. Oggi è stato lanciato da ItaliaFutura e dai cattolici di Todi un appello che strizza l'occhio a Monti e a Casini. Giannino e Fermareildeclino si tirano fuori: «Collocazione senza contenuti»

Tutto si muove in politica. Mentre a sinistra si va verso il voto che sceglierà il leader tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi e, a destra, ci si organizza per le primarie del dopo Berlusconi, anche al centro sono in atto manovre di assestamento.
Premesso che tutto potrebbe cambiare dopo le elezioni siciliane (vera cartina di tornasole per valutare l’effettivo peso dell’asse Pd-Udc, consistenza del Pdl, esplosività grillina), interessante è notare la mossa del nuovo asse Montezemolo-Bonanni. Il primo, che si è appena dimesso dalla presidenza di Italo, da tempo si muove a elastico, ora facendo intendere un suo impegno nell’agone pubblico ora ritraendosi a figura di semplice pungolo. Il secondo, reduce dalla chiusura di Todi 2 (l’assemblea “pre-politica” dei cattolici), pare più che intenzionato a mettere in campo la sua esperienza (d’altro canto, non farebbe che seguire le orme dei suoi predecessori, D’Antoni e Pezzotta).

TERZA REPUBBLICA. Così oggi sui giornali e su internet sul sito di ItaliaFutura (la fondazione di Montezemolo) appare un appello a partecipare, il 17 novembre prossimo, alla nascita di un nuovo soggetto politico «democratico, popolare e liberale» verso «la terza Repubblica». Cinque i promotori: oltre a Montezemolo e Bonanni, compaiono anche i nomi di Andrea Riccardi (fondatore della Comunità di Sant’Egidio), il presidente delle Acli Andrea Olivero, il presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai.
«Per uscire dalla crisi italiana – si legge nell’appello – è urgente aprire una stagione di riforme di ispirazione democratica, popolare e liberale, legittimate dal voto di milioni di italiane e di italiani, in continuità con quanto di meglio ha realizzato il governo guidato da Mario Monti che ha avuto il merito di rasserenare il clima di intollerabile antagonismo della politica italiana e di restituire prestigio e credibilità all’Italia». Apertura alla società civile, «dignità al lavoro sia come servizio pubblico che come intrapresa privata», «rafforzare i processi democratici», «sussidiarietà», «riduzione della pressione fiscale» sono alcune delle parole chiave del manifesto. Senza essere troppo maliziosi, si può leggere nell’appello il tentativo di dare una spalla, all’interno della società civile, all’Udc, da sempre punto di riferimento dell’area cattolica di Todi. Maggiore sorpresa desta il coinvolgimento di Montezemolo, che a quell’area è sempre rimasto estraneo.

FERMARE IL DECLINO. Chi è rimasto escluso da questa azione è Fermare il declino di Oscar Giannino. Sul sito si possono leggere due diversi interventi. Uno più breve, e che porta la firma dei sei animatori del movimento, nel quale si scrive di non aver aderito al manifesto montezemoliano perché non vi si trovano «6 concetti che per noi rappresentavano una conditio sine qua non: taglio alla spesa, riduzione del debito tramite privatizzazioni, liberalizzazioni, selezione democratica dei leader, meritocrazia nella PA e nella giustizia e concorrenza nella sanità e istruzione».
Sullo stesso sito appare poi un articolo di Oscar Giannino che svolge un ragionamento più articolato e puntuto: “Il nostro no a Monte-Bona” .
«Ci siamo trovati sottoposti – scrive il giornalista – una bozza di testo sostanzialmente già chiusa in precedenti contatticon il segretario della Cisl a nome delle sigle cattoliche. Non siamo stati coinvolti né nell’impostazione del documento, né nella valutazione dei soggetti a cui estenderlo, né dei tempi e delle forme in cui renderlo pubblico, né sulle modalità della convention e nemmeno sulla sua data. Ci è stato detto che il testo sarebbe andato su un sito oggi, invece i media avevano già il testo in mano ieri, prima ancora che noi provassimo ad avanzare le nostre modifiche. Alla richiesta di come mai mancassero soggetti per noi importanti come le associazioni di artigiani e cooperative, Guerrini e Marino e altri, la risposta ha preso a divenire seccata, pregando di non porre problemi».

CATTOLICI, CHE FATE? Prosegue Giannino: «Per quanto importanti siano Cisl, Acli e Sant’Egidio, mi auguro che il mondo cattolico comprenda come la logica per dar vita a una diversa offerta politica non possa essere quello di una ristretta corte a gestione conventicolare, e per di più escludendo molti dei suoi pezzi più importanti. Se i nostri contenuti sembrano troppo urticanti, mi chiedo che cosa penseranno gli amici di Italia Futura, Cisl e Acli quando tra pochi giorni a cominciare dalla Sicilia vedranno ergersi il fungo atomico dei voti del Movimento5 Stelle di Grillo. Senza secca chiarezza sulla discontinuità politica e selezione dei candidati e leader, senza impegni precisi per smontare l’inefficienza pubblica e la greppia dei partiti, senza indicazioni quantitative concrete su meno spesa e meno tasse, senza impegni decisi per abbattere il debito con gli attivi pubblici, nel cartello formatosi ieri sembra prevalere l’idea che basti dire “tra Pdl e Bersani-Vendola ci siamo noi”».
Per Giannino è la solita vecchia manovra centrista, abile nel collocamento ma priva di ideali e chiarezza. «La solita, vecchia scelta di autocollocazione centrista a prescindere dai contenuti. Non c’è bisogno di scomodare la società civile, per questo. Basta già Casini e la sua sempreguale Udc. Di cui, al massimo, il tentativo Monte-Bona può aspirare a essere seconda gamba».

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3 commenti

  1. Mappo

    Casini, Montezemolo, Dellai, Riccardi, Olivero, Bonanni: mamma mia che accozzaglia di scribi e farisei nonché sepolcri imbiancati. Se è questo il partito cattolico del post berlusconismo partorito dall’assise di Todi allora come cattolico preferisco il partito del bunga bunga.

  2. Enrico

    Come pensare ad un qualsiasi cambiamento, anche il più limitato, includendo e avendo come riferimento Casini? Possibile che nessuno gli spieghi che non ha credIbilità nè sostanza politica. La sua presenza è stata negli anni, ed è tuttora, INUTILE.
    Come pensare ancora che la gente accetti un progetto calato ANCORA dall’alto? Chi è Monprezzemolo e chi rappresenta? Dove sono le realtà vive che operano nella società (a parte le ACLI)?
    E’ chiaro che adesso vogliono unire e aggregare, poi … comandano i soliti.
    Fate pure, ma senza mè tapino.

  3. francesco taddei

    ma riccardi non aveva detto che non sarebbe mai entrato in politica perchè gli faceva schifo?

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