
Milano, Masseroli: se Pisapia modifica il Pgt, blocca tutto per tre anni
Il futuro della città di Milano si giocherà inevitabilmente intorno al Piano di governo del territorio, presentato dall’assessore Carlo Masseroli: il Pgt che stabilisce uno sviluppo della città “flessibile” e promette di aumentare il verde e i trasporti. Ora i costruttori lombardi attendono con preoccupazione l’esito del ballottaggio. Letizia Moratti ha infatti assicurato che il Pgt sarà legge a giugno, dato che «bloccarlo significherebbe bloccare la città per anni e perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro».
L’ala di Pisapia, al contrario, non sembra convergere su una linea unitaria e condivisa. Solo a ottobre Stefano Boeri era stato molto duro, dichiarando che il Pgt approvato dal centro-destra andava sostanzialmente “rifatto da zero”. Per questo le associazioni imprenditoriali milanesi del settore immobiliare hanno rivolto «un pressante invito» ai contendenti alla carica di sindaco di Milano, «perché il Pgt entri in vigore immediatamente senza modifiche».
«La macchina amministrativa sia resa più efficiente per gestire al meglio, nell’interesse della città e dei cittadini, lo strumento del Pgt»: questo l’appello di Assimpredil, Ance, Aspesi Milano, Asso immobiliare, Fimaa Milano, Anama, Collegio Geometri Milano. Hanno quindi invitato i candidati sindaci e le loro squadre ad un confronto: «Alla vigilia di un appuntamento elettorale decisivo per il futuro di Milano gli imprenditori dell’industria delle costruzioni e del settore immobiliare lanciano un appello. Chi lavora in questa città sa che la competizione tra aree territoriali è sempre più forte e per emergere occorrono una precisa strategia, una governance adeguata, una struttura burocratico- amministrativa efficiente e le necessarie risorse economiche».
Letizia Moratti era presente all’incontro, mentre il candidato del centrosinistra ha preferito mandare in sua vece l’architetto Stefano Boeri. Davanti agli imprenditori, il capolista del Pd ha fatto un passo indietro: «Non vogliamo cancellare il Pgt, ma ne vanno rivisti alcuni punti sostanziali. Faremo una variante nel più breve tempo possibile: si può».
Carlo Masseroli smentisce categoricamente: i tempi sarebbero necessariamente lunghi. «La legge regionale 12 prevede che ogni modifica al Piano sia considerata una variante. E ogni volta bisogna ripartire da capo il percorso amministrativo» spiega a Tempi. Non si tratta quindi di attendere pochi mesi, ma di anni, almeno tre. Sia che il candidato del centrosinistra lo abolisca completamente sia che lo modifichi in parte. Oltre alle tempistiche, c’è un problema che è soprattutto di contenuto: in che direzioni andranno le modifiche? «Le posizioni della sinistra estrema non sono affatto chiare». L’assunto del centrosinistra è: «Non si costruisca più nulla fino a quando ci saranno spazi vuoti», il che ha una sua logica apparente. Masseroli però spiega che «gli spazi sono vuoti perché nessuno li vuole. La superficie attualmente inutilizzata corrisponde a trenta volte l’area del Pirellone. Però per renderli utilizzabili dobbiamo necessariamente liberalizzare il sistema, non burocratizzare».
Un esempio concreto? «Le due torri Garibaldi, costruite negli anni Ottanta dalle Ferrovie dello Stato. Erano vuote dal 2005, e il Pgt ne ha sbloccato la destinazione d’uso». All’assessore pare «poco utile al bene della città» che un progetto tanto condiviso, che ha coinvolto residenti, associazioni, strutture con centinaia di incontri possa venire irrimediabilmente compromesso. Il rischio è quello di buttare via il bambino assieme all’acqua sporca, senza valorizzare pragmaticamente ciò che di buono è stato compiuto dall’amministrazione comunale, anche sulla base di tutta una serie di equilibri, che ora rischiano di saltare. Expo in primis: «La visione immaginifica che la sinistra ha dell’Expo come orto internazionale, credo che non abbia nessuna sostenibilità economica».
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