Milan-Inter. Intervista doppia a Franco Baresi e Beppe Bergomi

Di Carlo Candiani
16 Gennaio 2012
I due capitani sulla stracittadina di domenica. Il milanista: «Pato farà cose importanti e l'uomo partita potrà essere Boateng. Non so se i rossoneri si toglieranno dall'affare Tevez». Lo "Zio": «Sneijder non lo farei giocare. Mi aspetto molto da Maicon, ma loro hanno Ibra, uno che ti fa vincere le partite da solo».

Poteva essere un derby importante solo per la classifica, ma nel frattempo il gossip del calciomercato, sta rinfocolando la tradizionale rivalità fra Inter e Milan. Abbiamo chiesto a due “vecchie glorie”, due bandiere delle quali abbiamo ancora negli occhi le gesta atletiche, Franco Baresi e Beppe Bergomi, non un semplice pronostico, ma un’analisi sintetica di cosa potrà avvenire in campo.

Il derby quest’anno può decidere il titolo di campione d’inverno, ma a maggio addirittura lo scudetto, potrebbe ciò condizionare il gioco delle squadre? Vedremo spettacolo già all’inizio o prevarrà la tattica attendista?
Baresi: Penso che potrà essere un derby spettacolare, non credo che finirà senza gol. Tutte e due le squadre cercheranno di segnare, il Milan soprattutto è portato al gioco d’attacco, con giocatori di grande qualità e forza e i rossoneri non snatureranno il loro gioco.
Bergomi: Spero di sbagliarmi, ma non sono convinto che si vedrà un grande spettacolo, perché sono due squadre che puntano sulla fase difensiva: gli interisti hanno cominciato a fare risultati quando non hanno preso più gol, il Milan ha pure un’ottima difesa. A meno che si sblocchi subito il risultato, allora… La posta in palio è importante ma non decisiva.

Tutt’e due le formazioni arrivano al derby in buona forma e con tutti i titolari a disposizione. Ci sono due nodi da sciogliere: Pato e Sneijder. Chi avrà la scelta più difficile: Allegri o Ranieri?
Baresi: Forse Ranieri. L’Inter in queste partite ha ritrovato una certa continuità e la condizione di Sneijder è un’incognita e quindi il mister fino all’ultimo sarà indeciso. Sappiamo che Pato ha giocato molte volte a fianco di Ibra, sta bene e avrà voglia di dimostrare di essere “da Milan”, dopo questa sua decisione di rimanere. Le ultime notizie dicono che partirà dall’inizio, anche se Robinho è un’alternativa importante.
Bergomi: Penso Ranieri, Allegri ha già la formazione in testa: partirà con Robinho per affiancare Ibra, con Pato che potrebbe entrare se necessario. Ranieri ha una formazione che, negli ultimi tempi, ha ripreso a giocare bene, con il classico 4-4-2. Con l’ingresso di Sneijder, dovrebbe escludere o Alvarez o una punta; se fossi Ranieri non toccherei nulla e Sneijder è fuori da tre mesi, non ha il ritmo partita nelle gambe.

Qual è il reparto o l’uomo che potrà fare la differenza?
Baresi: Credo che il reparto sia il centrocampo e in questo momento il Milan mi sembra che abbia qualcosa in più dei nerazzurri in quella zona del campo. Penso a Boateng, l’uomo funzionale al cambio di passo e a rompere gli equilibri.
Bergomi: Il Milan ha un uomo che vince campionati da dieci anni: Ibrahimovic! Nelle fila dell’Inter è Maicon che potrebbe fare la differenza: l’ala sinistra è il punto debole dei rossoneri e davanti al brasiliano in forma, dovrebbero prendere subito le contromisure, altrimenti, potrebbero essere guai.

Chi rischierà più critiche in caso di sconfitta? Qual è l’ambiente che potrà subire di più il contraccolpo?
Baresi: Perdere il derby fa male sempre, per ambedue la squadre: un’Inter sconfitta verrebbe tagliata fuori dalla corsa scudetto e quindi la posta in gioco è più grande per la squadra di Moratti.
Bergomi: Il Milan, perché ha tutto da perdere: è la squadra più forte, è in vantaggio di punti rispetto all’Inter, è prima appaiata alla Juve. Se vincono, i nerazzurri aumenteranno l’autostima, perché vincerebbero contro una squadra, in questo momento, più forte, ritornando prepotentemente in corsa per i giochi scudetto.

Si è fatta un’opinione sulla vicenda Pato-Tevez? Non escludendo altri colpi di scena, oltre all’evidente imbarazzo milanista, ci potrebbe essere quello di Moratti, che si vedrebbe costretto a comprare Tevez, con un esborso non indifferente, scoprendo definitivamente le carte in tavola?
Baresi: Bella questa! Sinceramente non so come andrà a finire. Bisogna però dare atto a Pato che ha dimostrato di voler bene alla società, alla squadra, di star bene a Milano, di voler vincere qui: questo è un segno di grande riconoscenza verso la società che l’ha lanciato, portandolo in Italia. Non so neanche se il Milan si toglierà definitivamente dall’affare Tevez, certamente l’Inter potrebbe avere via libera per portarlo ad Appiano, ma non è detto che decida in questo senso.
Bergomi: Il cerino è rimasto in mano a Moratti, sempre che siano vere le intenzioni di acquistare il giocatore. È certo che Tevez serve di più al Milan che all’Inter. È comunque un’operazione che non mi convince: uno, per il valore del giocatore, che è un buon giocatore ma non uno come Ibra, Eto’o, Cristiano Ronaldo. Non spenderei quindi, tutti quei soldi; in secondo luogo, per quanto riguarda il Milan, non lascerei andar via un campione di 22 anni, già questo errore l’ha fatto l’Inter con Balotelli.

Come si vive tra compagni l’atmosfera del derby? Qual era il vostro approccio personale?
Baresi: La settimana che precedeva il derby era diversa dalle altre. A Milano esiste una certa rivalità, i tifosi ci tengono e ci si prepara con maggior attenzione. Ma quando si entra in campo la concentrazione ti fa dimenticare la particolarità della gara, anche se non è una partita uguale alle altre: i tre punti, se vinci, ci sono sempre, però affrontare l’Inter ti dà una spinta e una carica maggiore.
Bergomi: Chi cresce nelle squadre giovanili vive il derby come la partita più importante. Si vive con grande tensione e ansia. Quando perdevo il derby non uscivo di casa per tre, quattro giorni, se vincevo mi esaltavo. È una partita che ti ripaga dei sacrifici e delle rinunce: giocare il derby per me era il massimo!

Saliamo sulla macchina del tempo: siete in campo, come capitani vi scambiate i gagliardetti, decidete se campo o palla, vi stringete la mano e poi cosa vi dite?
Baresi: Beppe l’ho sempre salutato affettuosamente e augurandogli una buona partita e un “in bocca al lupo”. Tra di noi c’è sempre stata grande stima.
Bergomi: Gli dicevo: “In bocca al lupo”. Io e Franco siamo due che non parlano molto, abbiamo avuto sempre stima reciproca e abbiamo mantenuto sempre tra noi, un ottimo rapporto, avendo giocato insieme anche in Nazionale: quando hai davanti campioni come Franco, i sentimenti sono sempre di stima e considerazioni positive.

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