Tempi
  • ACCEDI
ABBONATI
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Agosto 2022
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Islamismo
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
    • Covid-19
    • Eutanasia
    • Fecondazione assistita
    • Aborto
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Agosto 2022
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
    • Gennaio 2022
Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
Tempi
ABBONATI
Home Esteri

La prima [link url=https://www.tempi.it/meriam-in-tv-ero-sicura-che-dio-era-al-mio-fianco-la-fede-era-la-mia-unica-arma#.VBqIby5_tQY]intervista di Meriam[/link] in tv: «Ero sicura che Dio era al mio fianco. La fede è stata la mia unica arma»

La cristiana sudanese condannata a morte per apostasia e poi liberata, ha raccontato a Fox news la sua storia: «Se ho avuto paura di morire? La fede è vita. Se non ce l'hai, non sei vivo. Ci sono molte altre Meriam nel mondo».

Chiara Rizzo
18/09/2014 - 4:00
Esteri
CondividiTwittaChattaInvia

meriam-pistelli-cristiana-libera3Meriam Ibrahim, la cristiana sudanese arrestata nel 2013 con l’accusa di apostasia, condannata a morte e poi scarcerata nel giugno del 2014 per le forti pressioni internazionali, dall’1 agosto si è trasferita negli Stati Uniti, dove oggi vive (in New Hampshire), con il marito e i due figli. Lo scorso 15 settembre Meriam ha rilasciato per la prima volta un’intervista alla tv statunitense Fox news, durante la trasmissione “The Kelly File”.

«SICURA CHE DIO ERA AL MIO FIANCO». Meriam ha ricostruito tutta la sua vicenda e ha esordito spiegando: «La situazione era difficile, ma io ero sicura che Dio era al mio fianco. Avevo solo la mia fede dalla mia parte, e io sapevo che Dio mi stava vicino, in ogni situazione». Meriam ha quindi ricordato che, dopo essere stata frustata e essere stata condannata, nel gennaio 2014 «il tribunale mi diede tre giorni per decidere se rinunciare alla mia fede cristiana e convertimi. Vennero a trovarmi in carcere alcune persone della Muslim scholar association. Erano imam, mi dissero che avrebbero potuto intervenire sulla corte, recitavano dei pezzi del Corano davanti a me. Mi sentivo sotto pressione. Rifiutai». La donna era stata arrestata mentre era incinta, e con lei era finito in carcere anche il figlio primogenito, che all’epoca aveva appena un anno. Ma anche in queste circostanze, la donna ha spiegato: «Io avevo la mia fede, era la mia unica arma durante questo confronto con gli imam. Se mi fossi convertita all’islam, ciò avrebbe significato che sarei stata sconfitta. Non era possibile rinunciare e convertimi, perché non era vero, non mi era possibile se credevo veramente nella mia religione, che è stata una mia scelta libera. So che ci sono altre persone che soffrono quello che ho passato io. Ci sono molte altre Meriam in Sudan, e nel resto del mondo. Non ero sola».

«LA FEDE È VITA». Alla giornalista Megyn Kelly, che le ha chiesto se ha avuto paura di morire, Meriam ha risposto sorridendo: «La fede significa vita. Se non hai la fede non sei vivo». Dodici giorni dopo aver ricevuto la condanna a morte, Meriam ha partorito la piccola Maya. «È nata in circostanze difficili – ha proseguito la donna –. Pensavo che avrei partorito in ospedale, ma il tribunale ha rigettato la mia richiesta. Quando ho avuto le doglie, si sono rifiutati di togliere le catene alle mie caviglie, per cui ho dovuto partorire in catene. È stato difficile». La giornalista ha chiesto a Meriam come abbia potuto fronteggiare in quel momento la sua situazione, con una figlia neonata e un bambino con lei in carcere, e sapendo di essere stata condannata a morte. «È stata una situazione davvero difficile, ma io ero certa che Dio mi avrebbe aiutata, che Lui sapeva che ero vittima di un’ingiustizia, e che io ho il diritto di poter praticare la religione che ho scelto».

LEGGI ANCHE:

Custodia di Terra Santa

A Gerusalemme sta accadendo un miracolo ecumenico

23 Marzo 2022
Guerra in Ucraina, un padre stringe il figlio venuto alla luce durante i bombardamenti di Kiev

«Cadono le bombe, pregate con noi». La “guerra in diretta” di Radio Maria Ucraina

4 Marzo 2022

«IL CONSOLE AMERICANO NON CI AIUTO’». Meriam ha quindi raccontato cosa accadeva intanto fuori dal carcere in cui era detenuta. «Quando all’inizio della mia prigionia Daniel (il marito, ndr) si recò all’ambasciata degli Stati Uniti, il console ha rifiutato di parlare con lui e di ascoltare i dettagli del problema, e si è rifiutato di avere a che fare con me e ci disse di rivolgerci all’Onu. Tuttavia, l’ambasciatore mi è stato accanto e il suo supporto ha fatto una grande differenza».

FINALMENTE LIBERA. Dopo molte pressioni internazionali, la corte d’appello del Sudan il 23 giugno scorso ha liberato Meriam, che così ha ricordato il giorno in cui ha ricevuto la notizia: «Ho riso, ho pianto. Ero davvero felice». La donna, però, dopo la scarcerazione è stata quasi subito riarrestata, e trattenuta per 48 ore ma, di nuovo dopo le pressioni internazionali, è stata liberata ed è quindi partita dal Sudan, con il marito e i figli, a bordo di un aereo di stato italiano, accompagnata dal viceministro degli Esteri Lapo Pistelli, poi a Roma ha incontrato papa Francesco. Così ha ricordato quel momento: «Ero molto felice. Io non avevo mai avuto problemi con nessuno, non avevo mai fatto qualcosa di male né commesso alcun reato. L’unica colpa che avevo era quella di aver seguito la strada che avevo scelto».

«CI SONO MOLTE ALTRE MERIAM». Meriam ha confessato di essere comunque triste di aver lasciato il Sudan: «È il paese dove sono nata. La mia gente, i miei amici, i miei vicini vivono tutti lì e la mia vita è profondamente legata al Sudan, malgrado tutte queste sofferenze e queste difficili circostanze». La giornalista le ha chiesto dell’islam nel suo paese, ricordando che le persecuzioni nei confronti dei cristiani in Sudan sono frequenti e l’80 per cento delle giovani donne subisce mutilazioni per l’applicazione della sharia. Meriam ha risposto: «Ho messo la mia vita a rischio per le donne del Sudan. Ero vicina a loro e conoscevo bene le loro sofferenze. Ho condiviso con loro circostanze molto dure in prigione, ma anche nella vita più in generale. Riguardo alla situazione dei cristiani, è un fatto ben noto che vivano in Sudan in condizioni difficilissime, che sono perseguitati e minacciati continuamente. Sono spaventati a dire che sono cristiani, hanno paura delle persecuzioni. A volte vengono imprigionati dei cristiani che vivono in ristrettezze economiche: e viene loro detto che il governo pagherà tutti i loro debiti se si convertono all’islam. Io non sono mai stata musulmana. Sono sempre stata cristiana. Ma se tu sei cristiano e ti converti all’islam, è difficile poi anche vivere l’islam, perché se fai qualcosa resti sempre soggetto alla pena di morte».

«HO ANCORA PAURA». Meriam ha confidato che «oggi in New Hampshire non ho ancora una vita “stabile”, ma è certo meglio della prigione. Continuo a sentirmi in pericolo, perché nella mia mente ho ancora immagini vivide della situazione in Sudan». Riguardo ai suoi figli, Meriam ha raccontato che i bambini «adesso sono davvero felici di vivere con il loro padre, come una famiglia unita». Alla domanda su quale sarà il futuro che immagina per lei, Meriam ha spiegato: «Vorrei aiutare le persone in Sudan e in Africa, in particolare le donne e i bambini. Vorrei anche ringraziare tutti per il vostro aiuto e le vostre preghiere. Ho ancora bisogno di preghiere e aiuto».

Tags: Cristianifox newsmeriam ibrahimpersecuzioni cristianisudan
CondividiTwittaInviaInvia

Contenuti correlati

Custodia di Terra Santa

A Gerusalemme sta accadendo un miracolo ecumenico

23 Marzo 2022
Guerra in Ucraina, un padre stringe il figlio venuto alla luce durante i bombardamenti di Kiev

«Cadono le bombe, pregate con noi». La “guerra in diretta” di Radio Maria Ucraina

4 Marzo 2022
Incontro ebrei cristiani in sinagoga

Una recensione anomala: del dialogo, come testimonianza

21 Novembre 2021
Lo scrittore americano Rod Dreher e il direttore dell'IBL, Alberto Mingardi

Resistere al totalitarismo soft. La lezione di Rod Dreher

2 Settembre 2021
Tigrai, rifugiati in Sudan

L’odissea di Abraha e delle sue piccole nate durante il massacro in Tigrai

24 Aprile 2021

L’unica cosa che Boko Haram non può razziare è la fede dei cristiani

10 Gennaio 2021
Per commentare questo contenuto occorre effettuare l'accesso con le proprie credenziali.

Video

Sylvie Menard eutanasia
Salute e bioetica

Non è l’eutanasia la risposta al dolore di chi è ammalato

Redazione
8 Agosto 2022

Altri video

Lettere al direttore

I giornalisti nella sede del PD prima della conferenza stampa per discutere i risultati delle amministrative a Roma, 13 giugno 2022

Volete un’indicazione di voto? Mai a sinistra

Emanuele Boffi
1 Agosto 2022

Read more

Scrivi a Tempi

I nostri blog

  • La preghiera del mattino
    La preghiera del mattino
    Il centro è troppo ristretto per diventare l’ago della bilancia
    Lodovico Festa
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il cardinale Jozef Tomko, collaboratore di sette papi
    Angelo Bonaguro
  • Il Deserto dei Tartari
    Il Deserto dei Tartari
    Che cosa spinge i soldati ucraini a dare la vita in guerra?
    Rodolfo Casadei
  • Libri in povere parole
    Libri in povere parole
    Pian della Tortilla, Novella degli scacchi, Le campane di Nagasaki
    Miber
  • Good Bye, Lenin!
    Good Bye, Lenin!
    Il samizdat slovacco che parlò di Cl negli anni Ottanta
    Angelo Bonaguro

Foto

Foto

Amici e lettori in Sardegna, sabato a Sassari si ricorda Luigi Amicone

11 Agosto 2022
Lenzuola bianche stese ad asciugare al sole
Foto

Il profumo del sole

1 Agosto 2022
Ragazza in bicicletta
Foto

Esame di maturità. Un rito di passaggio

27 Giugno 2022
Egisto Corradi
Foto

La faccia più vera

26 Maggio 2022
Foto

Il potere dei senza potere e la guerra in Ucraina

20 Maggio 2022

Altre foto

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN
online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Direttore responsabile
Emanuele Boffi

Editore
Contrattempi Società Cooperativa
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
[email protected]
C. F. / P. Iva 10139010960
Iscrizione ROC n. 30851

Redazione
Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano
+39 02.51829864
[email protected]

  • Chi siamo
  • Scrivi a Tempi
  • Iscriviti alla newsletter
  • Pubblicità
  • Privacy policy
  • Preferenze Privacy
  • Sfoglia Tempi digitale
  • Gestione abbonamento
  • Abbonati con carta di credito
  • Abbonati con bonifico/bollettino
  • Archivio storico

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Nessun risultato
Visualizza tutti i risultati
  • ACCEDI
  • Magazine
    • Sfoglia Tempi digitale
    • Agosto 2022
    • Luglio 2022
    • Giugno 2022
    • Maggio 2022
    • Aprile 2022
    • Marzo 2022
    • Febbraio 2022
  • Esteri
    • Guerra Ucraina
    • Unione Europea
    • USA
    • Cina
    • Cristiani perseguitati
    • Terrorismo islamico
  • Politica
  • Giustizia
    • Magistratura
    • Carceri
  • Scuola
    • Scuole paritarie
    • Educazione
  • Ambiente
    • Clima
    • Crisi energetica
  • Salute e bioetica
  • Chiesa
    • Cristianesimo
    • Papa Francesco
    • Benedetto XVI
    • Luigi Giussani
    • Comunione e Liberazione
  • Cultura
    • Libri
  • Economia
    • Recovery Fund
    • Lavoro
    • Euro
    • Risparmio
    • Mutui
  • Società
    • Social network
    • Razzismo
    • Politicamente corretto
    • Lgbt
    • Sport
  • Spettacolo
    • Cinema
    • Tv
    • Musica
  • Tempi Media
    • News
    • I nostri blog
    • Video
    • Foto

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist