Le “notizie” sul triangolo Maxi-Wanda-Icardi le avete lette ovunque. Ma quella sull’innocenza di Gattuso, no

Di Emmanuele Michela
15 Aprile 2014
Dell'intrallazzo amoroso-pallonaro tra i tre argentini sappiamo ogni particolare. Di come si stia concludendo la vicenda dell'ex capitano del Milan, dopo il clamore dei mesi scorsi, quasi nulla

Questo è un articolo su due notizie. Una che avete letto e riletto fino alla nausea, una che invece è passata quasi sotto silenzio. Una che ormai è sulla bocca di tutti dopo che in questo week end ha avuto il suo più strombazzante epilogo, ovvero il triangolo amoroso Maxi Lopez-Wanda Nara-Icardi, che dai colonnini di destra dei siti d’informazione è migrato con potenza nelle prime pagine dei giornali a suon di tweet e foto, corna e gelosie, e l’altra che su quelle stesse prime pagine c’è stata a dicembre, quando a sorpresa Rino Gattuso veniva tirato in mezzo all’indagine Last Bet sul calcioscommesse, ma non trova grande spazio oggi, all’indomani dell’udienza in cui Ringhio è stato ascoltato in Procura e ha fatto un passo notevole verso l’archiviazione.

IL RUOLO DEI BIGLIETTAI. Di Wanda Nara e Icardi ormai sappiamo tutto dato che da 6 mesi non si parla d’altro. Ogni giorno una foto diversa compare sui social network, e regolarmente vi fa seguito una photogallery sul sito della Gazzetta, poi quello del Corriere, e via via tutti gli altri. Normale: i due non fanno nulla per sottrarsi al gioco, anzi. E il gossip applicato allo sport non è nato ieri: chiedere ad Angelillo e alla ballerina Ilya Lopez per conferme, inizio anni Sessanta. La gente è curiosa di chiunque, specie quando parla di star e calciatori: sembrano distanti anni luce da noi, poterli spiare dal buco della serratura alletta. Ai giornali spetta il ruolo dei bigliettai, lustrarsi le mani e servire quelle storie. Ai lettori farsi prendere e comprare. A chi non è interessato, sfogliare il giornale e passare alle pagine dopo.

ORA GLI TIRANO LE ORECCHIE. Col triangolo Maxi-Wanda-Icardi la morbosità è arrivata all’apice. Per la frequenza con cui viene servita (ci sono stati giorni in cui gli articoli sui siti web sono stati addirittura 4, uno di fianco all’altro), per l’arroganza con cui si impone (possibile che nessuno pensi ai tre figli?), per la cecità che provoca verso tutto il resto (vedere il clima che ha innescato attorno a Samp-Inter). E qui i giornali hanno le loro colpe, eccome. E ciò che ancor più da fastidio è leggere che quegli stessi giornali ora Icardi lo rimproverano, storcono il naso con saccenza e moralismo dopo la partita di domenica: lo chiamano «piccolo uomo» per quell’orecchio mostrato ai tifosi, «persona su cui c’è da discutere» per il teatrino messo in scena a Marassi. Della serie: «Ci sei piaciuto e c’hai fatto vendere. Ora però fai il bravo e impara». Prima costruiscono il film, poi giudicano il finale.

E RINGHIO? Il tutto servito però con perbenismo della peggior specie, lo stesso che a dicembre spingeva per far fuori Ivan Gennaro Gattuso, tirato in mezzo dalla Procura di Cremona per i suoi contatti con Bazzani, uno degli arrestati nell’inchiesta: fin da subito si capì che l’ex centrocampista del Milan c’entrava poco, pareva un nome speso per tenere vivo l’interesse mediatico sul filone d’indagini. Gli sarebbe stato alquanto difficile combinare partite sulla base di pochi sms, solo ricevuti e mai scritti, e bastava leggere le carte dell’ordinanza per capire la leggerezza della sua posizione. Nessuna chiamata, nessun incontro sospetto, nessun flusso di denaro. Ma essere garantisti non vende, chiamare alla cautela non fa clic. E tutti si misero in fila per tirare le orecchie al nostro calcio sporco e fare i titoloni su Gattuso “lo scommettitore”. Dimenticato oggi che va verso l’innocenza.

@LeleMichela

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3 commenti

  1. Stefania

    Scusate la precisazione, ma Gattuso si chiama Gennaro e non Ivan.

  2. Antonio

    pure visibilità a queste porcherie si deve dare. Almeno voi cercate di rimanere un sito di qualità.

  3. domenico b.

    Per sentire la voce della verità occorre far silenzio, e tendere bene gli orecchi, perchè la verità non fa rumore. ( vedi 1Re 19, 11-12).
    Il mondo di oggi, la gente di oggi, non può far silenzio perchè ha paura della verità. Si preferisce correr dietro a chi urla forte perchè sembra più sicuro, più rassicurante, così si impongono le ideologie più negative.
    Anche la maggior parte dei giornalisti si adegua…auguri

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