Maroni: «Inutile accanirsi se la maggioranza non c’è più» – RS

Di Redazione
07 Novembre 2011
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni ospite di Che tempo che fa, di Fabio Fazio, ribadisce la linea della Lega. Se non ci sono i numeri, via libera al voto: «Non siamo disponibili a maggioranze diverse da quelle uscite dalle urne. Le alleanze si fanno prima, altrimenti sarebbe stravolgere le regole. Se il governo cade si va a votare»

«Viste le ultime notizie mi sembra che la maggioranza non ci sia più: è inutile accanirsi. Una nuova legge elettorale si può fare in tre settimane, a me piaceva molto il Mattarellum». Non cambia la linea del Carroccio e il ministro dell’Interno Roberto Maroni lo dice durante «Che tempo che fa» di Fabio Fazio, andata in onda ieri sera. La scelta di parlare in televisione non è casuale. Perché Maroni sa che bene che la Lega rischia di essere travolta insieme a Silvio Berlusconi. E allora per rivolgersi ai politici, ma soprattutto agli elettori, sceglie una trasmissione popolare, la stessaa dove l’hanno scorso chiese di essere invitato per replicare ad alcune affermazioni sul Carroccio e le infiltrazioni mafiose fatte dallo scrittore Roberto Saviano (Corriere, p. 13).

 

L’intenzione di andare alle urne in caso di «sfiducia» il ministro l’aveva ben scandita tre giorni fa. Lo ripete adesso, ma è consapevole che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è intenzionato, in caso di crisi politica, a tentare ogni strada per evitare le urne. (…) E dunque Maroni esce allo scoperto, facendo sapere che in caso di un nuovo governo tecnico, allargato all’Udc o ad altre formazioni, il partito guidato da Bossi resterà fuori, «andrà all’opposizione», pur sapendo che questa fase potrebbe durare almeno un anno o addirittura un periodo più lungo.

 

Anche con Berlusconi in questi ultimi giorni Maroni si è confrontato spesso (…) «Anche se riusciremo a incassare il voto favorevole sul rendiconto – è stato il ragionamento di Maroni a Berlusconi – non ci sono più i numeri. Possiamo resistere al massimo dieci giorni, dunque l’unica strada da percorrere è che sia tu a scegliere il successore e cosiì spianare la strada verso le elezioni. Se continui questa sfida e cadi, la tua fine sarà ingloriosa». Non ha fatto nomi, non ha mostrato preferenze tra Gianni Letta o possibili nomi. Ma sul metodo non ha mostrato esitazioni (Corriere, p. 13)

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