Contenuto riservato agli abbonati
Non c’era cosa che Roberto Maroni apprezzasse di più che sentirsi dire «fai le cose da democristiano!», negli ultimi anni alla presidenza della Regione Lombardia. Per un fondatore della Lega Lombarda proveniente dal demo-laburismo si trattava di un cambio radicale rispetto agli albori del movimento lumbard, dettato dalle circostanze che la sua vita politica gli aveva consigliato. Per “essere democristiani” Maroni intendeva un modo di agire politico portato alla mediazione e al confronto, siano essi con le parti sociali – come negli anni del Welfare – sia con la sua maggioranza in Regione. Bobo, come lo chiamavano gli amici, aveva rapporti cordiali con tutte le componenti della coalizione che lo supportava in Lombardia, ma in particolar modo con i berlusconiani di Forza Italia e alcuni centristi.
Scelto quando il Pirellone sembrava perso
Trovare soluzioni che rispettino tutte le parti in causa era il suo impegno, ma non sempre si poteva mediare all’infinito. Se gli anni del ...
Contenuto a pagamento
Per continuare a leggere accedi o abbonati
Abbonamento full
€60 / anno
oppure
Abbonamento digitale
€40 / anno