
Lettere al direttore
L’attesa di Marina? È solo il prologo della gioia di ritrovarla
Pubblichiamo la rubrica delle “lettere al direttore” contenuta nel numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti). Per scrivere ad Alessandro Giuli: [email protected].
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Ho visto la copertina bellissima nonché del tutto imprevista e un poco inquietante di Tempi n. 10 (“L’età del lupo”). All’interno ben tre articoli a tema di cui un editoriale. L’argomento è tremendamente affascinante, io dico due cose da non esperto, senza pretesa di buttarla in dialettica. Il ripopolamento della fauna selvatica appenninica – che è un fenomeno oggettivo e significativo, se anche uno come me che vive in ambiente quasi completamente civilizzato ha potuto constatarne i segni di persona – è un fatto meraviglioso che da tempo mi dà speranza. E questo al di là delle conseguenze pratiche che sono comunque da mettere in conto (come proteggere colture e allevamenti? È opportuno rimettere in discussione le restrizioni alla caccia? eccetera). Lupi caprioli e CINGHIALI – perché è il cinghiale il vero re dell’Appennino, dai – si spingono fino alla pianura e ritrovano la loro fierezza fino al punto di lasciarsi saltuariamente avvistare anche in pieno giorno. Ecco, questo per me è stupendo perché mi dice che la Natura è ancora viva e forte, nonostante tutto. Però c’è un però: io intuisco questa verità in un modo che secondo me è esattamente agli antipodi dell’approccio ambientalista. Riconoscere la vita e la forza della Natura, infatti, per me vuol dire prendere atto che si tratta di una realtà indipendente con una sua energia, una sua autonomia, una forma vivente. Significa sentirsi sollevati – secondo il senso etimologico della parola “sollievo” – dall’idea fantasmatica angosciante di essere noi in quanto specie umana i soli capaci di fare e disfare tutto. Certo, è vero anche che a questa realtà vivente e scalciante si deve rispetto e responsabilità; ma questa idea è ben diversa dalla scena allucinante e allucinatoria cucinataci dall’ambientalismo mondiale, nella quale tutto il bene del mondo è appeso a ogni nostro minimo capriccio. Scena che a ben pensare non è altro che il rovescio del delirio di onnipotenza tecnologica.
Francesco Benati Lugo (Ra)
Concordo con lei, gentile signor Benati. L’ambiente è troppo importante per essere lasciato agli ambientalisti contemporanei. Viva il lupo. Viva l’uomo.
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Ogni volta che apro Tempi, la prima cosa che faccio è correre all’ultima pagina per leggere Marina Corradi. Non sa quanto mi dispiaccia in certe settimane (vedi il numero 10) non trovare la mia firma preferita al suo posto… Lei lo sa, direttore, che Tempi è un po’ meno Tempi quando manca Marina Corradi?
Susanna Fanti via internet
Lo so benissimo. Marina Corradi è un’artista impareggiabile ma, come tale, ogni tanto ha bisogno d’involarsi per l’altre stelle in cerca di quiete o ispirazione. Noi, che di lei non possiamo fare a meno, saremmo tentati di metterle il sale sulla coda per tenercela più stretta: pas une semaine sans Marinà. E tuttavia, esplorati i propri cieli interiori, attinta l’ispirazione, conclusa l’assenza, lei poi ritorna puntualmente e ci rende più lieti che pria: noi e voi lettori. Sicché l’attesa è solo il prologo della gioia di ritrovarla.
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Complimenti vivissimi. Se a queste battaglie culturali meritorie (sui voucher, ndr) aggiungeste un progetto di legge per iscrivere d’ufficio lo Juventus F. Club al campionato olandese (e non sto assolutamente parlando di calcio), potreste contare non più su di semplice abbonamento estero ma su di un abbonamento sostenitore.
Ennio Cocco Granges/Marnand, Svizzera
Ci stiamo già attivando: come si dice “gobbo” in olandese?
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Alla saggia attenzione di Giuliano Ferrara. Non dubito che tutte le Sue frecce scagliate per affermare che «Joe aveva ragione sulla rete» (vedi “L’antimaccartismo impostore di Trump” in Tempi n. 10) siano valide e condivisibili: ma è l’altro aspetto dell’intera vicenda che è altrettanto importante e lo dirò – al limite delle mie capacità – con una similitudine: non è solo l’esistenza della rete che è importante per la buona pesca, ma come questa rete viene usata dal pescatore e che danno eventuale questi faccia al mare all’intorno, alla sua fauna e flora marina.
Leonardo Leonardi via internet
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Sabato mattina in coda alla posta. Lamentele, bimbi estenuati che piangono, cittadini indignati, gente rimandata a casa per cavilli assurdi, liti per numerini saltati. A un certo punto una signora sbotta: «Spero proprio che aprano un ufficio postale i cinesi! Loro sì che sono veloci, lavorano la domenica e non rompono i coglioni!». Un genio.
Paco Minelli Ferrara
Ve lo melitate Albelto Soldi!
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