Maurizio Lupi (Pdl) e Mario Mauro (Monti) sono intervenuti questa mattina alla trasmissione radiofonica Radio Anch’io su Radio1.
Lupi, ha spiegato che «se siamo insieme per la costruzione di una grande Europa non possiamo più accettare che a parità di regole un imprenditore italiano paghi cinque volte tanto rispetto ai colleghi europei. Non è più accettabile che siano i burocrati a decidere le politiche economiche e basta con il rigore, ci soffoca. Una moneta unica non basta all’Europa, serve una politica comunitaria. La situazione economica italiana è drammatica: ci sono imprese che falliscono perché non riescono a pagare le tasse. A questo c’è solo una risposta: “responsabilità”, con un governo di grande coalizione, forte. Si lavori per andare in Europa con delle proposte serie».
Per questo, secondo l’esponente del Pdl, «la sfida che deve superare il Pd è non vedere più l’altro come male, come il nemico, ma deve arrivare a pensare che l’altro è l’avversario. E in alcuni momenti storici si posso fare anche dei passi verso l’avversario».
LE CONCLUSIONI DEI SAGGI. Anche secondo Mauro «il rischio di un’Europa sempre più disgregata c’è». Ma, aggiunge, «c’è anche il rischio di un aumento dell’inimicizia tra i popoli. La crisi non l’ha inventata l’Unione europea, ma l’Europa cerca di superare la crisi, ma non i nazionalismi interni. Non c’è un Europa unita e Bruxelles deve lavorare verso questa direzione».
Mauro, che è uno dei membri del gruppo dei “10 saggi” scelti dal presidente Napolitano, ha detto che «la cura da cavallo che l’Italia ha fatto è dovuta a tensioni di tipo economico che il nostro Paese ha vissuto e vive. L’Italia dopo le politiche di rigore può guardare con più fiducia la crescita e l’occupazione, ma le riforme strutturali devono continuare a farle, altrimenti non andiamo da nessuna parte».
E, proprio a proposito delle conclusioni cui sono giunti i saggi, Mauro ha garantito che «domani alle 12 le consegneremo al presidente Napolitano. Ci siamo accorti che su tante cose in passato si è detto di essere d’accordo. Il problema è che molte delle cose dette non si sono fatte».