Amicone e l’importanza di avere un giudizio
Luigi Amicone «amava gli uomini, voleva capire gli uomini e questa era la sua grandezza di giornalista: guardava all’uomo, all’uomo che porta in sé errori e malefatte, ma che per lui restava l’immagine di Cristo». Così l’inviato di guerra del Giornale Gian Micalessin ricorda il suo «grande amico» fondatore di Tempi in questa breve intervista realizzata sabato 16 luglio in piazza del Vescovado a Caorle, a margine della presentazione del libro Luigi Amicone, l’anarcoresurrezionalista, edito da Itaca.
L’incontro pubblico si è tenuto nell’ambito dell’evento organizzato da Tempi e dal Comune di Caorle dedicato alla libertà di “Chiamare le cose con il loro nome”. «Un tema importante», sottolinea in questa intervista Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, a sua volta amico stretto del fondatore di Tempi, intervenuto a Caorle per la presentazione del volume che raccoglie alcuni tra i suoi migliori scritti. «In un dibattito in cui tutto sembra “fluido“ a livello culturale, avere un proprio giudizio non lede la sensibilità di altri, anzi può essere realmente un punto di incontro con chiunque».
Oggi sostenere una simile posizione «è controcorrente, ma ha grande valore educativo», perché «i nostri giovani hanno bisogno di ritrovare una identità», insiste Prosperi. «Meritorio», perciò, «dedicare un premio a Luigi Amicone proprio su queste basi».
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