Dell’ecologia umana, in particolare dell’ecologia della vita pubblica e istituzionale, fa anche parte l’impegno alla sincerità. Impegno non facile da mantenere, come dimostrato dalle bugie e falsità che ritroviamo nel complesso della vita pubblica italiana: dalle dichiarazioni di aver ridotto la spesa dello Stato fatte ripetutamente da governi diversi, a quelle relative all’andamento dei rapporti tra alleati di governo, agli impegni che vengono assunti da sindaci, governatori e ministri in relazione all’attuazione di opere che stiano a cuore agli elettori. Le affermazioni di cui sopra possono essere vere o false; quando sono false, possono essere proferite in buona o in mala fede. Nel primo caso lo scopo è di ingannare gli altri per trarne un indebito vantaggio, un comportamento che in diritto penale si chiama “truffa”. è quello successo con la finanziaria, dove si trovano appostate risorse che l’incapacità dei governanti impedisce di spendere (esempio concreto: le centinaia di milioni di euro destinati nei bilanci 2007 e 2008 agli interventi di cogenerazione et similia, non spesi per l’assenza dolosa dei decreti attuativi della norma). C’è poi un tipo diverso di menzogne: quelle che si dicono, in buona fede, per ingannare se stessi. Posso riportarne due di questo tipo che stanno circolando: c’è di chi sostiene che Prodi non ha potuto governare perché una pessima legge elettorale glielo ha impedito. In questo caso, se si è in malafede, nessun problema; ma se si crede a quello che si dice, questo è la dimostrazione di uno stato di imbecillità grossolana, aggravata dal non aver neanche capito che Prodi non ha potuto governare perché gli elettori non gli avevano dato la maggioranza. Prodi non l’ha capito (o ci ha provato); non è riuscito; forse gli sarebbe andata meglio se, subito dopo le elezioni, avesse accolto l’invito di Berlusconi a mettere in piedi un governo di convergenza. La menzogna più grave è quella con la quale la sinistra afferma che l’Italia sta attraversando una fase di rifiuto della politica. La verità è che gli italiani non rifiutano la politica: essi respingono la sinistra. Quando la politica è buona, nessuno si tira indietro: ne fanno buona testimonianza le folle oceaniche raccolte da Forza Italia e da Fini e ne fa ottima testimonianza il Family day, che forse non avrà avuto un marchio partitico, ma che certo era contro la politica del governo e della sua maggioranza.
Stolidamente, invece, la sinistra lamenta il disincanto degli elettori: quos Deus vult perdere prius dementat. [email protected]
Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994
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