
Libia, Nato bombarda per sbaglio una colonna di ribelli
“La Nato ha ammesso che giovedì vicino al centro petrolifero di Brega, in mano alle truppe governative, aerei alleati hanno per errore bombardato una colonna delle milizie schierate con le forze di opposizione libiche: lo si afferma in un comunicato, secondo cui dagli accertamenti effettuati è emerso che «i veicoli colpiti facevano parte di una pattuglia degli oppositori» al regime. Pur ricordando che l’episodio «è avvenuto in un’area di conflitto» tra insorti e lealisti, dove dunque era possibile una certa confusione, l’Alleanza esprime «rammarico per ogni eventuale perdita di vite umane o ferimento causati da un così malaugurato incidente». Sebbene non si tratti del primo esempio di «fuoco amico» in Libia, simili casi sono finora rimasti molto limitati” (Corriere).
“Intanto il ministro del Petrolio e delle finanze del Consiglio nazionale di transizione in Libia ha denunciato che le risorse sono finite, accusando l’Occidente di non mantenere le promesse fatte ai ribelli. «Noi non abbiamo contanti – ha detto Ali Tarhouni. Stiamo esaurendo ogni risorsa». «È un fallimento completo – ha continuato Ali Tarhouni. O i paesi occidentali non capiscono, o a loro semplicemente non interessa». «Non stiamo producendo petrolio per i danni. E non mi aspetto che la produzione riprenda a breve – ha spiegato. Le raffinerie non hanno greggio, quindi non lavorano». Al reporter che gli ha chiesto come in questo scenario le istituzioni dei ribelli possano sopravvivere, Tarhouni ha risposto: «C’è gente che è morta per questa rivoluzione. E ancora si muore. Troveremo un modo. Una cosa è certa: non molleremo mai»” (Corriere).
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