Libia, le parole di Rasmussen aprono a una “no-fly zone plus” – Rassegna stampa/1

Di Redazione
25 Marzo 2011
Il compromesso accontenta tutti: la Francia, che mantiene il comando politico delle operazioni, e soprattutto chi mal sopporta il protagonismo di Sarkozy. Chi vuole continuare i bombardamenti si incaricherà di far rispettare una no-fly zone allargata, chiamata «no-fly zone plus», e potranno attaccare le truppe libiche di terra

Mentre annunciava che da lunedì prossimo le forze alleate che devono far rispettare la no-fly zone verranno coordinate dalla Nato, Anders Fogh Rasmussen, segretario generale della Nato, ha dichiarato che «al momento ci sarà ancora un’operazione della coalizione (dei volenterosi) e una Nato». “Vuol dire: gli attacchi mirati ai convogli di terra e alle città, quelli più discussi, verranno (forse) lasciati ai comandi dei singoli paesi” (Corriere, p. 2).

Ieri è stato raggiunto un compromesso tra i ministri degli Esteri della coalizione che in qualche modo accontenta tutti: “Coloro che volevano porre fine a «un certo protagonismo» della Francia, e cioè gli Usa, la Gran Bretagna, l’Italia, soprattutto la Turchia; e la stessa Francia, poiché avrà quanto chiedeva, la «cabina di regia» formata dai ministri degli Esteri, che manterrà comunque il controllo politico delle operazioni” (Corriere, p. 2).

La Francia è la nazione che esce più ridimensionata, la Turchia quella più vincitrice: “secondo indiscrezioni diffuse dalla Cnn, avrebbe chiesto e forse ottenuto una modifica in senso restrittivo della no-fly zone, o almeno della «no-fly zone plus», che è un frutto collaterale di questo compromesso. […] Quei paesi che vogliono continuare i bombardamenti, come la Francia, si incaricheranno di far rispettare una no-fly zone allargata, chiamata «no-fly zone plus», e in questo loro compito avranno anche il diritto di attaccare le truppe libiche di terra; invece gli altri Paesi, quelli che (come la Turchia) considerano le incursioni un eccesso ingiustificato, si limiteranno a far rispettare una no-fly zone «normale»” (Corriere, p. 2).

Il tutto verrà deciso martedì, e fino ad allora potrebbe anche cambiare, quando i ministri degli Esteri, insieme anche a Hillary Clinton, si riuniranno a Londra per mettere tutto nero su bianco.

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