
Libia, Jalil: «Oltre 20 mila morti dall’inizio». Gheddafi parla in tv – RS/1
“Prosegue la caccia a Muammar Gheddafi e ai suoi figli. I ribelli hanno fatto sapere di essere vicinissimi al Raìs. Ma l’ex dittatore non smette di far sentire la sua voce: «La Libia sia dei libici, non della Francia, non dell’Italia, non dei colonialisti», ha detto Gheddafi in un nuovo messaggio audio trasmesso dalla tv al Orouba. Il leader libico ha esortato i connazionali in tutto il Paese a «combattere l’invasione straniera» e ad accorrere a Tripoli, «donne e bambini» compresi, per «affrontare e stroncare gli insorti», e in tal modo «purificare» la capitale. Gli insorti però sostengono di aver circondato un complesso residenziale nella parte centro-sud di Tripoli, non lontano dall’ex roccaforte di Bab al-Aziziyah, all’interno del quale presumono sia nascosto il leader libico. In realtà non c’è certezza su dove si trovi Gheddafi. Secondo alcuni infatti potrebbe aver lasciato Tripoli per rifugiarsi nella sua città natale, Sirte. E proprio su Sirte, città ancora nelle mani dei lealisti, gli apparecchi della Nato starebbero effettuando delle incursioni: è quanto riporta il sito della Bbc citando l’emittente libica Al-Uruba, schierata dalla parte del regime libico” (Corriere.it).
“La Nato starebbe fornendo aiuto anche sul terreno: l’alleanza militare sta fornendo, oltre all’aviazione, anche assistenza per l’intelligence e la ricognizione, secondo quanto riferisce Liam Fox, ministro della Difesa britannico. Intanto la stampa francese e britannica parla di presenza di forze speciali sul territorio libico. In Libia però si continua a sparare: giovedì violenti scontri a Sirte, mentre nella capitale, dopo una mattinata calma, si sono uditi violenti scontri a fuoco. «Ci sono pesanti sparatorie proprio davanti ai gradini di ingresso dell’hotel Corinthia, battaglia per strada e fuoco cecchini. L’albergo è sotto attacco», ha comunicato un giornalista della France Presse. Gli scontri a fuoco davanti all’hotel sono durati circa 45 minuti. Dopo aspri combattimenti con le forze fedeli al colonnello Gheddafi, gli insorti libici hanno preso anche il controllo dell’intero aeroporto di Tripoli e sequestrato veicoli militari e mitragliatrici. A Milano, Berlusconi ha incontrato Jibril: per gestire subito l’emergenza, la Libia otterrà dall’Italia 350 milioni di euro da fondi di stato libici «scongelati» dalle banche italiane” (Corriere.it).
“In poco più di sei mesi il conflitto in Libia è già costato la vita a oltre ventimila persone: ha affermato Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio Nazionale Transitorio che amministra le zone liberate, pur ammettendo di «non disporre della cifra precisa delle vittime». Interrogato sulla possibile esistenza di armi chimiche, Abdel Jalil ha assicurato che non vi è nulla da temere. «Come ex componente del regime di Gheddafi», ha ricordato, «so perfettamente che quelle armi non sono più utilizzabili». Prima di passare dalla parte degli insorti, lo scorso febbraio, il capo del Cnt era ministro della Giustizia” (Corriere.it).
“I corpi di oltre 30 uomini, con ogni probabilità soldati lealisti di Gheddafi, sono stati rinvenuti, crivellati da colpi d’arma da fuoco, principalmente in un accampamento militare nel centro di Tripoli, in una delle aree dove negli ultimi giorni si sono concentrati gli scontri. Almeno due erano ammanettati e questo potrebbe significare che gli uomini sono stati «giustiziati». Cinque cadaveri sono stati ritrovati in un vicino ospedale da campo. Uno di loro era legato a una barella in un’ambulanza, con l’ago di una flebo ancora attaccato al braccio. Alcuni dei cadaveri indossavano uniformi militari, ma altri erano in abiti civili A indicare che si trattava di soldati fedeli al rais è il fatto che nell’accampamento c’erano le bandiere verdi del regime e immagini del colonnello. Alcuni dei morti erano uomini di colore, e potrebbe dunque trattarsi di mercenari” (Corriere.it).
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