
Libia, gli insorti chiedono aiuto alla Nato o a Misurata sarà «un massacro»
Gli insorti libici hanno rivolto un disperato appello alla Nato, chiedendo ai paesi dell’Alleanza di intensificare gli attacchi contro le forze di Gheddafi, altrimenti a Misurata sarà «un massacro». I ribelli riferiscono che almeno 80 missili Grad sono stati sparati stamani dalle forze di Gheddafi sulla zona vicina al porto di Misurata, ad est di Tripoli, uccidendo otto combattenti antigovernativi e ferendone una ventina.
Alla città, sotto assedio da settimane, una seconda nave della Croce Rossa francese ha potuto consegnare ieri 80 tonnellate di aiuti alimentari e del materiale medico. La nave ha anche consentito l’evacuazione di cittadini ucraini.
Dopo la decisione presa ieri a Doha di aiutare con denaro e armi i ribelli libici, i 28 ministri degli Esteri dell’Alleanza, si riuniscono oggi e domani a Berlino, cercando di superare le divisioni sull’intensificazione delle operazioni militari, che Francia e Gran Bretagna chiedono da giorni. «Non facciamo abbastanza per proteggere la popolazione civile», ha dichiarato Alain Juppè, ministro degli Esteri francese.
I ministri risultano divisi anche sulla necessità di rifornire di armi gli insorti che fanno riferimento al Consiglio nazionale di transizione libico. Ieri il Cnt aveva annunciato che Italia, Francia e Qatar avevano accettato di fornire armi agli insorti «per autodifesa». Ma stamattina il ministro Juppè ha dichiarato che «la Francia non è in questa disposizione di spirito».
Si sono dichiarati intanto contrari all’uso della forza in Libia i paesi del Brics: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Il presidente russo Dimitri Medvedev ha dichiarato che l’operazione militare Nato è contraria alla risoluzione del consiglio di sicurezza Onu. La questione sarà discussa domani a Berlino al Consiglio Nato-Russia, che concluderà la due giorni berlinese.
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