
Libia, Gheddafi scrive a Obama. A Misurata civili usati come scudi umani – Rassegna stampa/2
Il leader libico Muammar Gheddafi ha inviato un messaggio al presidente degli Stati Uniti Barack Obama in seguito al disimpegno militare americano nella guerra in Libia. Una lettera con la quale il rais ha chiesto un passo americano per mettere fine «a una guerra ingiusta contro un piccolo popolo».
«Sei un uomo abbastanza coraggioso» per «caricarti delle responsabilità di un atto del genere» dichiara il colonnello, sostenendo che negli ultimi attacchi la Libia è stata ferita più «moralmente» che fisicamente. Gheddafi tende la mano a Obama indicando una possibile via diplomatica: “«la Libia deve restare ai libici in un quadro definito dall’Unione Africana. […] Non avrò rancore verso di te. Nonostante tutto resterai sempre nostro figlio»” (Corriere, p. 25).
Il segretario di Stato Hillary Clinton ha replicato che il rais deve prima di tutto cedere il potere e lasciare la Libia. “Una posizione che ha spiegato direttamente a Gheddafi l’ex parlamentare Curt Weldon arrivato in Libia per tentare una mediazione. L’uomo politico ha indicato la proposta: governo di transizione, commissione internazionale per creare un Parlamento, tregua, ritiro dell’esercito dalle città, fine di qualsiasi avanzata dei ribelli” (Corriere, p. 25).
A Misurata intanto l’assedio da parte dei lealisti si è fatto più feroce. Le milizie di Gheddafi utilizzano i civili come «scudi umani» contro i raid Nato: i decessi, secondo i ribelli, sarebbero più di mille dall’inizio degli scontri. “A peggiorare la situazione per gli assediati sarebbero le nuove strategie dei comandi di Gheddafi per evitare di essere bombardati dalla Nato. Ora si muovono su jeep leggere, simili a quelle dei ribelli, ed evitano di raggrupparsi. A Misurata hanno posto carri armati e cannoni tra i palazzi, usano auto civili” (Corriere, p. 25).
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