
Libia, chiesa ortodossa assaltata a Bengasi da uomini armati. Ministro: «Profonda preoccupazione»
La notizia è uscita solo ieri sera: lo scorso 3 febbraio una chiesa copto-ortodossa di Bengasi è stata assaltata da un gruppo di uomini armati, che hanno anche cercato di ferire due sacerdoti copti, p. Paul Isaac e il suo assistente. In una nota, come riporta AsiaNews, il ministero degli Esteri ha condannato l’assalto e ha espresso «profonda preoccupazione» per quanto accaduto, «che è in contrasto con le regole dell’islam».
INSTABILITÀ. Iniziano a susseguirsi a intervalli regolari e ravvicinati le notizie di attacchi contro i cristiani in Libia, che ha festeggiato poche settimane fa il secondo anniversario della cosiddetta Primavera araba, culminata nell’ottobre 2011 con l’uccisione da parte dei ribelli con l’aiuto della Nato del dittatore Gheddafi. Il nuovo governo, però, non riesce a garantire la stabilità al paese e la sicurezza per le strade, dove le milizie irregolari di ex ribelli la fanno da padroni.
CRISTIANI PERSEGUITATI. Il 3 marzo un uomo armato è entrato nella Cattedrale cattolica della capitale Tripoli e ha sparato contro padre Magdi, ma lo ha mancato. Nei giorni scorsi circa 100 cristiani copti con passaporto egiziano sono stati arrestati con l’accusa di “proselitismo” e torturati in prigione. A metà febbraio quattro cristiani sono stati arrestati per proselitismo, che in Libia è vietato e punibile anche con la pena di morte.Molte suore sono state costrette ad abbandonare la Cirenaica, minacciate da bande armate di estremisti islamici, e come dichiarato da Daimasso Bruno, giardiniere del cimitero italiano a Tripoli, «non passa giorno senza che le nostre tombe siano profanate e vandalizzate».
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