“L’esercito delle 12 scimmie”, il capolavoro di Terry Gilliam sull’Io in balìa del Potere

Di Simone Fortunato
12 Marzo 2020
Venticinque anni fa usciva "12 Monkeys", la pellicola che racconta l’apocalisse di un mondo confuso. Le recensioni del numero di marzo 2020 di Tempi
Una scena del film L'esercito delle 12 scimmie

Articolo tratto dal numero di marzo 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

«“Cinque miliardi di persone moriranno nel 1997 a causa di un virus mortale. I sopravvissuti abbandoneranno la superficie del pianeta. Ancora una volta gli animali domineranno il mondo”. Estratti di un’intervista a uno schizofrenico paranoide, 12 aprile 1990, Baltimore County Hospital».

È l’incipit fulminante di un film fulminante e folle, L’esercito delle 12 scimmie, uscito nel 1995 con un grande Brad Pitt, nella prova migliore della sua carriera (fino forse a C’era una volta… a Hollywood), e Bruce Willis. Entrambi pazzi, o convinti di esserlo, inseriti in un mondo dove la realtà è più storpiata del peggiore degli incubi. Trama complicata, dai contorni surreali e schizofrenici come tipico nel cinema di Terry Gilliam, ex Monty Python, genio incompreso di tanti film, da Brazil fino al tentativo mal riuscito di realizzare un film su Don Chisciotte. 

Storia arzigogolata, visivamente senza pari, che combina apprensioni di allora sulle malattie sessuali e affini con teorie complottiste che paiono formulate oggi. Bastano un paio di dialoghi, didascalie perfette della nostra realtà fake e virtuale. È il personaggio di Jeffrey Goines a parlare, interpretato da Brad Pitt, a metà tra il santone e il fulminato:

«Proteggono la gente che sta fuori da noi non sapendo che invece quelli sono ancora più matti. Lo sai che cosa è pazzo? Pazzo è quello che impone la maggioranza. Prendi i germi per esempio. I germi. Ah-ah. Nel diciottesimo secolo non esistevano mica. Nada. Niente. Chi avrebbe mai partorito un’idea del genere? Certo non uno sano di mente. Poi arriva questo dottore… Semmelweis! Semmelweis! Semmelweis un bel giorno arriva e cerca di convincere la gente e gli altri medici soprattutto che esistono questi piccoli invisibili cosi chiamati “germi” che entrano nel corpo e ti fanno ammalare. Li convince. Convince i dottori che è giusto lavarsi le mani! Che cos’è questo? Un pazzo!».

E ancora, poco dopo, mentre Willis è nel pieno di un’indagine su queste benedette 12 scimmie animaliste che lo porteranno a un binario morto, sbotta in pieno delirio psichiatrico (o forse no?):

«Una telefonata… Vuol dire comunicare col mondo esterno, è a discrezione del dottore! No. Ehi, ehi! Se tutti questi svitati telefonassero la pazzia dilagherebbe attraverso i cavi telefonici, e perforerebbe le orecchie di tutte quelle povere persone sane, infettandole, capisci? Svitati dovunque, la piaga della pazzia. In effetti siamo pochi qui. Siamo pochi ad essere malati di mente qui. Non parlo di te, magari tu sei, che ne so, tu sei veramente schizzato come un cavallo. Ma non è per questo che sei qui. Non sei qui per questo! Non sei qui per questo! Sei qui a causa del Sistema. Vedi la televisione? È tutta lì la questione, tutta lì la questione. Guarda-ascolta-inginocchiati-prega! La pubblicità! Non produciamo più niente, non serviamo più a niente. È tutto automatizzato, che cazzo ci stiamo a fare allora? Siamo dei consumatori, Jim! Ah… ok, ok, compri un sacco di roba da bravo cittadino. Però se non la compri che succede? Se non la compri che cosa sei, ti chiedo! Che cosa. Un malato! Mentale. È un fatto Jim, un fatto. […] Se non compri la carta igienica, una macchina nuova, un frullatore computerizzato, un attrezzo elettrico per orgasmi multipli, un impianto stereo con le cuffie che ti spappolano il cervello, cacciaviti con impianti radar miniaturizzati-incorporati, computer ad attivazione vocale…».

Gilliam, giusto 25 anni fa, ragionava del Potere della tv e dei media da cui è impossibile sfuggire (e infatti il film segue il canovaccio di una detective story con tanto di errati salti nel tempo tra passato e futuro, che però non va da nessuna parte). Strada senza uscita, un virus che ti colpisce in testa e che ti rende automa fanno de L’esercito delle 12 scimmie molto più che un film di fantascienza o un film apocalittico, ma una profezia dell’io incapace di rapportarsi con la realtà, semplicemente perché la realtà è controllata dal Potere o, quel che è peggio, immaginata, ricreata senza che ne siamo in qualche modo consapevoli. 

Scenario inquietante e una ricchezza di ipotesi e interpretazioni che altri, pur buoni, film virali/apocalittici se le sognano, da Contagion, il film di Steven Soderbergh uscito nel 2011 e che mostra, con terribile realismo, i vari momenti di un contagio che poi sarebbe sfociato in pandemia fino al recente e, per quanto ci riguarda, bellissimo, Light of my Life, dove Casey Affleck attraversa un mondo di soli uomini, senza più amore, dominato dal solo istinto, armato solo del proprio amore sconfinato per la figlia.

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