«Nessuno è cristiano da solo». La Pentecoste di Leone XIV con i movimenti

Di Redazione
07 Giugno 2025
Ai leader di movimenti, associazioni e nuove comunità Prevost ricorda che «i due cardini della vita della Chiesa sono unità e missione». Oggi la Veglia in piazza San Pietro, domani la messa
Leone XIV
Papa Leone XIV durante la messa per l'ordinazione di nuovi undici sacerdoti della diocesi di Roma, 31 maggio 2025 (foto Ansa)

«Nessuno è cristiano da solo! La vita cristiana non si vive nell’isolamento, come se fosse un’avventura intellettuale o sentimentale, confinata nella nostra mente e nel nostro cuore. Si vive con gli altri, in un gruppo, in una comunità». Con queste parole ieri papa Leone XIV ha salutato i leader di movimenti, associazioni e nuove comunità in quello che è stato il primo incontro del lungo fine settimana di Pentecoste che attende Robert Prevost e decine di migliaia di persone appartenenti alle aggregazioni ecclesiali riconosciute o erette dalla Santa Sede.

Appuntamento oggi pomeriggio in Piazza San Pietro per la veglia, quando Leone XIV raggiungerà i fedeli dopo un momento di canti e testimonianze per pregare con loro. Domani mattina si torna a San Pietro, con la messa di Pentecoste alle 10.30 e l’Angelus a mezzogiorno.

Leone XIV a movimenti e associazioni: «La Chiesa vi è grata»

Parlando ai rappresentanti di associazioni, movimenti e comunità a Roma per il Giubileo, il Pontefice ha voluto «anzitutto ringraziarvi per il servizio di guida e di animazione che svolgete. Sostenere e incoraggiare i fratelli nel cammino cristiano comporta responsabilità, impegno, spesso anche difficoltà e incomprensioni, ma è un compito indispensabile e di grande valore. La Chiesa vi è grata per tutto il bene che fate».

Prevost sapeva di parlare a realtà «molto diverse tra loro, per natura e per storia, e tutte sono importanti per la Chiesa. Alcune sono nate per condividere uno scopo apostolico, caritativo, di culto, o per sostenere la testimonianza cristiana in ambienti sociali specifici. Altre, invece, hanno preso origine da una ispirazione carismatica, un carisma iniziale che ha dato vita a un movimento, a una nuova forma di spiritualità e di evangelizzazione. Nella volontà di associarsi, che ha dato origine al primo tipo di aggregazioni, troviamo una caratteristica essenziale: nessuno è cristiano da solo! Siamo parte di un popolo, di un corpo che il Signore ha costituito».

«La vita cristiana non si vive nell’isolamento»

Leone XIV ha poi voluto ricordare che «la vita cristiana non si vive nell’isolamento, come se fosse un’avventura intellettuale o sentimentale, confinata nella nostra mente e nel nostro cuore. Si vive con gli altri, in un gruppo, in una comunità, perché Cristo risorto si rende presente fra i discepoli riuniti nel suo nome».

Leone XIV saluta i fedeli davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore
Leone XIV saluta i fedeli davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore (foto Ansa)

Subito dopo l’affondo sulle realtà nate da un carisma, definite dal Papa «una dimensione essenziale nella Chiesa. Vorrei invitarvi a considerare i carismi in riferimento alla grazia, al dono dello Spirito. Nella Lettera Iuvenescit Ecclesia, che voi conoscete bene, si dice che la gerarchia ecclesiastica e il sacramento dell’Ordine esistono perché rimanga sempre viva fra i fedeli «l’offerta obiettiva della grazia» che viene donata attraverso «i Sacramenti, l’annuncio normativo della Parola e la cura pastorale». I carismi, invece, «sono distribuiti liberamente dallo Spirito Santo affinché la grazia sacramentale porti frutto nella vita cristiana in modo diversificato e a tutti i suoi livelli».

A cosa servono i carismi

Tutto nella Chiesa «si comprende in riferimento alla grazia: l’istituzione esiste perché sia sempre offerta la grazia, i carismi sono suscitati perché questa grazia sia accolta e porti frutto.
Senza i carismi, c’è il rischio che la grazia di Cristo, offerta in abbondanza, non trovi il terreno buono per riceverla! Ecco perché Dio suscita i carismi, perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo, la sete della vita divina che Lui ci offre, in una parola, la grazia!».

«Con questo voglio ribadire, sulla scia dei miei Predecessori e con il Magistero della Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, che i doni gerarchici e i doni carismatici “sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù” (S. Giovanni Paolo II, Messaggio al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, 27 maggio 1998). Grazie ai carismi che hanno dato origine ai vostri movimenti e alle vostre comunità, tante persone si sono avvicinate a Cristo, hanno ritrovato speranza nella vita, hanno scoperto la maternità della Chiesa, e desiderano essere aiutate a crescere nella fede, nella vita comunitaria, nelle opere di carità, e portare agli altri, con l’evangelizzazione, il dono che hanno ricevuto».

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Leone XIV: «Unità e missione sono due priorità»

La parte centrale del suo discorso Leone XIV l’ha dedicata a spiegare «due cardini della vita della Chiesa, e due priorità nel ministero petrino», unità e missione, invitando «tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali a collaborare fedelmente e generosamente con il Papa soprattutto in questi due ambiti. Anzitutto nell’essere lievito di unità. Tutti voi fate continuamente l’esperienza della comunione spirituale che vi lega. È la comunione che lo Spirito Santo crea nella Chiesa. È un’unità che ha il suo fondamento in Cristo: Lui ci attrae a sé e così ci unisce anche fra noi».

Questa unità, ha detto, «che voi vivete nei gruppi e nelle comunità, estendetela ovunque: nella comunione con i Pastori della Chiesa, nella vicinanza con le altre realtà ecclesiali, facendovi prossimi alle persone che incontrate, in modo che i vostri carismi rimangano sempre a servizio dell’unità della Chiesa e siano essi stessi “lievito di unità, di comunione, di fraternità” nel mondo così lacerato dalla discordia e dalla violenza».

Il desiderio «di farlo conoscere ad altri»

Poi, la missione, che «ha segnato la mia esperienza pastorale e ha plasmato la mia vita spirituale. Anche voi avete sperimentato questo cammino. Dall’incontro con il Signore, dalla nuova vita che ha invaso il vostro cuore, è nato il desiderio di farlo conoscere ad altri. E avete coinvolto tante persone, dedicato molto tempo, entusiasmo, energie per far conoscere il Vangelo nei posti più lontani, negli ambienti più difficili, sopportando difficoltà e fallimenti».

«Tenete sempre vivo tra voi questo slancio missionario: i movimenti anche oggi hanno un ruolo fondamentale per l’evangelizzazione. Tra voi ci sono persone generose, ben formate, con esperienza “sul campo”. Si tratta di un patrimonio da far fruttificare, rimanendo in ascolto della realtà odierna con le sue nuove sfide. Mettete i vostri talenti a servizio della missione, sia nei luoghi di prima evangelizzazione sia nelle parrocchie e nelle strutture ecclesiali locali, per raggiungere tanti che sono lontani e, a volte senza saperlo, attendono la Parola di vita».

«Tenete sempre al centro il Signore Gesù», ha concluso il Papa il suo discorso ai leader di movimenti e associazioni, in attesa di incontrarli tutti oggi e domani in Piazza San Pietro. «Questo è l’essenziale, e i carismi stessi servono a questo. Il carisma è funzionale all’incontro con Cristo, alla crescita e alla maturazione umana e spirituale delle persone, all’edificazione della Chiesa. In questo senso, tutti siamo chiamati a imitare Cristo, che spogliò sé stesso per arricchire noi. Così, chiunque persegue con altri una finalità apostolica o chiunque è portatore di un carisma è chiamato ad arricchire gli altri, spogliandosi di sé. E questo è fonte di libertà e di grande gioia».

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