

Pubblichiamo il comunicato dell’associazone dirigenti scolastici Disal relativo al Disegno di legge di stabilità:
Le misure proposte nel Disegno di Legge di Stabilità, se attuate, spingeranno al declino del servizio scolastico statale e non statale, oltre ad ottenere l’infausto effetto di riavviare lo scontro sociale nelle scuole e nelle piazze. Ci risulta quindi difficile fare i complimenti all’estensore!
Alcuni interventi del DdL, se inseriti in una visione organica e chiara, potrebbero avere una qualche utilità. Ma per quelli riguardanti i docenti e le scuole non statali colpisce il permanere dello “spirito tremontiano” che dal Tesoro detta legge all’Istruzione, senza che vi sia qualcuno nel Governo chi si ribelli a questo. Se il Ministro Profumo ama la scuola quanto l’Università, la deve difendere contro chi non la conosce, contro chi la tratta a suon di percentuali ed è privo di ogni visione culturale e organizzativa di un grande bene comune.
Alcune parti del testo, infatti, denotano ignoranza del sistema scolastico e dei suoi meccanismi, che purtroppo ci trasciniamo, a fronte di una politica che da decenni è incapace di ogni vero rinnovamento. La domanda sorge legittima: per questo Governo il bene della scuola, della formazione dei giovani, della loro istruzione è davvero un valore?
Come dirigenti scolastici sosteniamo da tempo che occorra ridurre sprechi, razionalizzare risorse, eliminare privilegi corporativi. Ma nessuna persona sensata e competente può sostenere che questo possa avvenire senza una grande stima dell’istruzione, senza una visione seria e moderna del sistema scolastico. Che l’orario di lavoro e lo stato giuridico dei docenti vada rivisto, DiSAL lo sostiene dai propri inizi, chiedendo di muoversi anche verso una differenza oraria tra chi sceglie il part-time e chi sceglie il tempo pieno. Ma questo non può essere fatto a parità di condizioni giuridiche, organizzative ed economiche attuali. Pur nella consapevolezza dei sacrifici ai quali tutta la nazione deve concorrere in questa contingenza. Invece il DdL:
– riduce i docenti a semplici tappabuchi eliminando ogni elemento di professionalità e di merito;
– lascia alle graduatorie centrali (mai pronte a settembre!) la sovranità sulle nomine;
– considera tutti (docenti e dirigenti scolastici) semplici impiegati dello Stato, alla faccia di velleità di valutazione di sistema e professionale;
– propone misure assolutamente inapplicabili nel contesto normativo attuale.
Per talune delle misure succederà addirittura come per la digitalizzazione dell’amministrazione: l’effetto reale è stato il paradossale aumento di consumo della carta! Peccato che la stessa velleità di tagli sulla scuola non ci sia stata nella eliminazione effettiva delle Province!
Tocca alla politica decidere la propria visione della scuola come bene della Nazione. I dirigenti scolastici di DiSAL valuteranno ogni corretta azione per ottenere che il testo del DdL venga seriamente rivisto e per giungere ad assegnare interventi sulla scuola non ad un provvedimento di tagli della spesa ma ad un disegno di miglioramento del sistema per renderlo più libero, autonomo e moderno. Per le urgenze di interventi sulla scuola chiediamo che si operi coinvolgendo finalmente le Associazioni professionali di dirigenti e docenti che effettivamente vi operano, evitando idee di pletoriche adunate già negativamente sperimentate in passato.
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