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«Dal male che ci affascina il corpo stanco libera», recita un inno della compieta, quella preghiera serale in cui, subito dopo la confessione dei peccati del giorno, con grande realismo la Chiesa ci rende coscienti di due realtà: il male ci affascina, il male ci stanca. Ci affascina perché scimmiotta il bene. Ci stanca perché ci costringe alla menzogna. Adolfo Ceretti, criminologo docente all’Università di Milano-Bicocca che passa il suo tempo tra l’Italia e il Brasile a intervistare assassini, riscontra che mentono tutti. Dall’alto (o dal basso?) della sua esperienza ha detto: «La menzogna serve a schermare ciò che di più profondo e vero c’è nella nostra anima». «Nostra», non solo quella degli assassini.
L’avversario è un libro di Emmanuel Carrère che documenta, con una storia vera in cui lo scrittore ha voluto coinvolgersi, questa verità: mentiamo per nascondere chi siamo. E non siamo solo i gesti che facciamo, anche chi uccide non è “solo” un omicida.
La strage e le lettere con Carr...
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