
Le “sentenze creative” dei giudici trasformeranno il testamento biologico in eutanasia
Riprendiamo alcuni stralci di un articolo, di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, apparso sul Foglio di oggi che sviscera punto per punto le falle e i pericoli di una legge sul fine vita. Appoggiata, in buona fede, anche da alcuni vescovi e cattolici per scongiurare l’eutanasia, rischia un autogoal: come ha detto ieri Giuliano Ferrara mettere la carità in mano al diritto è trasformare l’Italia in uno «Stato etico».
«La legge sul testamento biologico è un clamoroso autogoal… lo vogliono i nemici dell’eutanasia… ma approvandolo fanno il gioco proprio della trasversale “compagnia della buona morte”. Questo colossale paralogismo ha due radici fondamentali: un errore di ordine tecnico giuridico e un difetto di dialogo interno al mondo cattolico stesso… Molti cattolici e molti pro life pensano che la legge verrà approvata, il rischio eutanasia sarà scongiurato. Un’illusione forse pia, ma di sicuro irragionevole, tipica di chi sta facendo il gioco del giaguaro, credendo magari di combatterlo.
Basta por mente ad alcuni elementi della questione. Primo. Il nostro ordinamento continua ad avere un presidio molto solido contro l’eutanasia e l’abbandono terapeutico nelle norme del codice penale… Alcuni giudici, per altro civili e non penali, hanno assunto provvedimenti che ignorano questo profili. Ma allora era precisamente sul terreno giudiziario e dei poteri della magistratura che si doveva condurre la battaglia contrastando le “sentenze creative”».
Secondo. Lo scopo dei settori ideologizzati della magistratura favorevoli all’eutanasia è proprio quello di spingere il Parlamento a fare una legge… Se proprio una legge si voleva fare, ne bastava una fatta in un unico articolo che vietava la sospensione di alimentazione e idratazione ai soggetti incapaci. Quinto. Se il problema sono le “sentenze creative”, con ogni probabilità esse non saranno scongiurate dalla legge sul Dat, ma al contrario si moltiplicheranno, e si assisterà a quello stesso stillicidio di ricorsi anche in sede costituzionale, che dal 2004 fino a oggi hanno smontato come una matrioska la legge 40 sulla fecondazione artificiale».
«Sesto… questa legge potrebbe essere approvata con l’etichetta di “provvedimento che piace ai vescovi”, esattamente come accadde con la legge 40. Attenzione agli effetti diseducativi, e alla confusione pedagogica per i fedeli. Non vorremmo che nelle parrocchie arrivasse, dopo la provetta “cattolica perché omologa”, anche le “Dat cattoliche” perché votate dai parlamentari cristiani… Il testamento biologico è una piovra che, una volta liberata, farà strage del principio di indisponibilità della vita umana. Tutto questo nel mondo cattolico italiano non si può dire. Invece che ragionare al proprio interno si preferisce para-ragionare con i propri avversari».
«Eppure prima del discorso del cardinal Angelo Bagnasco del settembre 2008, nel quale le Dat furono sdoganate, tutto il mondo pro life… era contrario al testamento. Quel discorso ha provocato un repentino, irragionevole e immotivato “capovolgimento”… i contrari alle Dat hanno iniziato a sostenerle. Giuliano Ferrara, Francesco Agnoli, il comitato Verità e vita si sono levati in dissenso. Sono stati sbertucciati dalla stampa cattolica ufficiale… Si vuole marciare a ranghi serrati… facendo finta che non esistano problemi… Ma soffocare la verità nella culla non è mai buon segno per chi quella verità dovrebbe servirla… E’ facile prevedere che la legge si trasformerà in un incubo per tutti coloro che hanno a cuore il diritto alla vita di ogni malato. E magari ci si troverà davanti a cattolici che, come Binding e Hoche nel 1930, parleranno di “vite senza qualità”».
1 commento
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!