Le invenzioni di Ennio Doris, campione del capitalismo popolare
È nel 1982 che Ennio Doris – come ci ricorda lui stesso nell’intervista sulla sua vita ripubblicata da Tempi nel giorno della sua scomparsa – lanciò il fondo Programma Italia che, perfezionandosi in Banca Mediolanum, costituirà un’innovativa presenza nella finanza italiana: il fondo costituito per le classi medie, non solo per i più abbienti, la banca senza sportelli che anticipa processi che poi man mano si affermeranno in Italia, la mobilitazione di venditori di fondo formati e motivati in modo e con uno stile nuovo.
La svolta degli anni Ottanta
Un po’ della nostra attenzione va riservata alla data del decollo del finanziere di Tombolo, il piccolo comune del Padovano che gli ha dato i natali. Gli anni Ottanta rappresentano un momento eccezionale nella vita economica italiana. Con gli stilisti del prêt-à-porter, la nostra moda acquisisce una leadership mondiale. Silvio Berlusconi lancia la televisione privata su scala nazionale e rivoluziona il modo di fare pubblicità. Nel 1980 i Benetton (prima di essere attirati da Romano Prodi nella redditizia ma ben poco innovativa attività di gestori delle autostrade) perfezionano l’idea di negozi a franchising aprendo un punto vendita in Madison Avenue a New York. Roberto Colaninno, socio di minoranza in Olivetti, inventa per le telecomunicazioni vie sorprendenti che avrebbero potuto sfondare in modo ben più rilevante se il suo socio di maggioranza non fosse stato Carlo De Benedetti. Il mondo del mobile cresce di stato fino a conquistare nel 1991 per il Salone del mobile di Milano un primato internazionale. Mario Schimberni prima, Raul Gardini poi tentano con grandi idee, seguite da grandi sconfitte, di rilanciare la chimica nazionale. La fine di una lunga stagione di crisi non solo produttiva ma anche morale e culturale, la svolta modernizzatrice che Bettino Craxi sta imprimendo alla società italiana, risvegliano lo spirito creativo e fattivo dei nostri connazionali.
Doris e Berlusconi
L’incontro tra Doris e Berlusconi rappresenta bene lo spirito di quella stagione. Anche per il modo di fare impresa che i due incarnano: il loro stile popolare, il rifiuto di un certo cinismo che caratterizza figure centrali del capitalismo italiano, la cura verso gli utenti (in Doris verso gli artigiani dalle mani callose, in Berlusconi verso i medi e piccoli industriali brianzoli che si avvicinano alla pubblicità televisiva), la costante attenzione ai valori tradizionali, il rapporto fraterno con chi lavora con e per te.
In Doris questo deriva anche dal rapporto con la sua terra (ciò in modi parzialmente diversi riguarda anche i brianzoli): è in quegli anni che tutta una serie di comuni veneti (la Ponzano dei Benetton, l’Agordo del milanese Del Vecchio, la Crocetta del Montello dell’inventore della Geox, la Tombolo di Doris) diventano il simbolo degli imprenditori lanciati nel mercato nazionale, un po’ come prima era avvenuto per la Valdagno dei Marzotto.
Il legame con la terra e il cattolicesimo sociale
Vi è spesso nel successo di questi “veneti” un rapporto con il mondo dell’agricoltura che insegna strutturalmente la pazienza, la cura del particolare, l’attenzione alla qualità, l’innescare la novità nella tradizione. Vi è anche tanto di quel cattolicesimo sociale che si afferma con pienezza tra il Cinquecento e il Seicento dopo il Concilio tridentino ed è elemento di coesione in una società dove per diversi secoli, con il tramonto della Serenissima, la vita è spesso dura. Questo tratto umano è particolarmente evidente in Doris, nel suo amore per la moglie Lina, nel suo rapporto con i figli, nel suo riuscire a garantirsi una successione – grazie a Massimo Doris – senza scosse (il che non avviene così spesso nel capitalismo italiano).
Insomma Doris protagonista a Tombolo così come a Milano (si consideri il ruolo centrale che gioca anche in Mediobanca sin da quando era ancora vivo Enrico Cuccia) ci insegna molte cose e non solo nel campo della finanza dove – come ricorda anche nell’intervista pubblicata in questo sito – introduce quelle innovazioni rilevanti che abbiamo ricordato (così preziose per un popolo di risparmiatori come il nostro e in un sistema di credito spesso arrugginito), ma anche da quel punto di vista antropologico che abbiamo ricordato.
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